Ci interessano ancora gli interessi? Il mondo crypto e Bitcoin ha guardato ad ogni frase, sorriso, tentennamento di Jerome Powell negli ultimi mesi per trarne indicazioni su cosa fare e come muoversi, se al rialzo o al ribasso. Con la prossima riunione del FOMC che sembra quasi telefonata e per la quale quasi tutti anticipano finalmente uno stop – forse l’interesse si sta finalmente affievolendo.
O forse a rendere la questione molto meno interessante è l’arrivo di altre questioni, decisamente più pressanti, che potrebbero colpire i mercati in generale – e nello specifico anche quello di Bitcoin e delle criptovalute. C’è tanto che sta avvenendo a Washington e non solo – e potrebbe avere degli impatti importanti per l’andamento dei mercati dei prossimi mesi.
I mercati continuano a scontare una possibilità di nessun rialzo superiore all’80%, in netto aumento, la possibilità, rispetto al mese scorso e in leggero ribasso rispetto alla settimana scorsa.
Un breve excursus per chi non ha bene idea di cosa voglia dire questo e del perché sia importante:
Tramite un apposito conciliabolo – FOMC – Federal Reserve aggiorna i tassi di riferimento per l’area dollaro. Tali decisioni hanno degli impatti importanti sui mercati.
L’equazione di base è questa: tassi più alti piacciono poco ai mercati, perché aumentano il costo del denaro. I mercati si muovono però sulle aspettative: le formano con le informazioni disponibili e in tali aspettative i mercati reagiscono alla decisione, quando questa arriverà.
Dopo una stagione di rialzi che è stata la più rapida di sempre, ora sembra che Federal Reserve possa fermarsi. O meglio, questo è quanto si aspettano i mercati.
Bitcoin e crypto si comportano da sempre o quasi come asset di rischio, e quindi rispondono all’equazione di tassi più alti, prezzi più bassi. Tuttavia dall’inizio del 2023 sembra che Bitcoin stia cercando di seguire anche un’altra narrativa, che è quella di essere riserva contro le turbolenze del sistema finanziario classico. Ed è proprio questa narrativa che potrebbe aiutare Bitcoin anche nel caso di ulteriori rialzi.
L’inflazione, anche negli USA, è ancora parecchio alta e non sembra voler scendere rapidamente. I miglioramenti (che in questo caso significano un ritorno rapido al target del 2%) procedono parecchio a rilento e questo, in condizioni di normalità, comanderebbe una politica ancora più restrittiva. Perché allora Fed potrebbe già interrompere questo percorso?
Rialzi così improvvisi dei tassi hanno già messo in ginocchio diverse banche negli USA. Secondo quanto si vocifera ai piani alti, il problema non sarebbe ancora completamente rientrato. Anche un bambino capirebbe a questo punto che un ulteriore rialzo dei tassi vorrebbe dire altri fallimenti potenziali. E l’ipotesi è da scongiurarsi.
La crisi bancaria avrà delle ripercussioni sulle possibilità di accesso al credito – e questo non solo comprimerà l’economia, ma svolgerà anche parte del ruolo deflativo di politiche monetarie restrittive. Tutto bene? No, è una pessima posizione in cui trovarsi per l’economia. Ma ormai ci siamo e c’è poco che può essere fatto in questo senso.
Sembra sia una parolaccia impronunciabile almeno davanti alla stampa, ma la possibilità che ci sia una recessione (mild, ovvero leggera, dicono da Fed) è ormai in ogni modello. E questo in genere non è un buon percorso per le azioni e per i mercati di rischio.
Davanti a queste preoccupazioni è chiaro che le prossime decisioni di Fed, per quanto importanti, che riguardano i tassi siano diventate molto meno interessanti. Il campo di scelte possibili per Jerome Powell si è chiaramente ristretto. E le prossime scelte saranno sempre più obbligate.
Il grosso degli analisti indica un lungo periodo di movimento intra-canale, per quanto ampio questo sia in realtà. Riteniamo però che questa lettura non sia dettata da dati ineluttabili, ma piuttosto dal fatto che anticipare i prossimi movimenti sia molto difficile.
I volumi sono tornati a essere molto bassi, su livelli vicini a quelli di dicembre 2022. Tali movimenti spesso hanno marcato un bottom di prezzo importante. E forse potrebbe essere ancora questo il caso.
Il dubbio che c’è – e che è razionale – riguarda la causa dei volumi bassi. In parte potrebbe c’entrare un attacco USA al mondo crypto. E la cosa rende ancora più difficile la lettura.
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