La sessione asiatica porta bene a Bitcoin e crypto, con l’intero settore – fatta salva qualche sparuta eccezione – che cresce di diversi punti percentuali. Una ripresa tanto forte quanto inaspettata, dopo che il settore si è trascinato all’interno di un canale molto ristretto, complici anche volumi asfittici.
È la ripresa del trend bullish o si tratta soltanto di movimenti di breve sempre all’interno di un canale comunque ristretto? In realtà di notizie dal mondo dell’economia reale – se così vogliamo chiamarla – ce ne sono poche.
E per capire perché il mercato si sta muovendo in modo così consistente e così intenso sarà il caso di partire da un dato che forse sorprenderà i più: mentre le crypto e Bitcoin recuperavano livelli di prezzo interessanti, le borse asiatiche hanno fatto registrare una pessima performance, per un’altra sessione di decoupling tra crypto e asset di rischio.
Tutto è avvenuto durante una sessione asiatica che in molti si aspettavano come l’ennesimo trascinarsi all’interno di un canale estremamente ristretto. Canale ristretto che ha continuato a stringersi per giorni complici i volumi più bassi dell’anno e liquidità che ormai manca da qualche settimana.
Bitcoin ha superato con decisione i 27.000$, Ethereum ha invece superato i 1.8100$ e più in generale il resto del comparto ha fatto registrare una crescita interessante. Unica eccezione tra le top Ripple, che arriva però da una settimana di grandi rialzi dovuti a interessanti sviluppi nella causa legale contro SEC.
Il primo dato interessante è che il rialzo durante la sessione asiatica sia avvenuto in controtendenza rispetto all’andamento delle borse asiatiche principali. Shanghai, Hong Kong e anche Tokyo perdono in modo consistente e in proporzioni simili alla crescita che è stata fatta registrare nel mondo crypto. Un’altra giornata di quello che in gergo tecnico si chiama decoupling – e cioè l’interruzione del parallelo sul quale viaggiano insieme crypto e asset di rischio. Vedremo se con la sessione USA il decoupling verrà confermato.
In una situazione del genere ci si potrebbe aspettare un andamento parallelo con l’oro. Cosa anche anche questa però non si è verificata. Durante la sessione asiatica abbiamo visto l’oro perdere la soglia dei 1.970 per poi cercare di recuperarla senza riuscirci. Nessun atteggiamento pro-beni-rifugio dei mercati. Quella del mondo crypto in queste ore sembrerebbe essere una vera e propria anomalia.
Alta la quantità di liquidazioni, almeno rispetto agli ultimi giorni. Nelle ultime 12 ore abbiamo avuto 12 milioni di liquidazioni su Ethereum, 9 su Bitcoin e poi in terza e quarta posizione KAVA (che sta vivendo un’altra giornata di grande entusiasmo) e CFX, token che come vedremo è legato a una delle narrative che potrebbero essere dietro la spinta recente del mondo crypto.
Nella tarda serata di ieri è stata annunciata una conferenza stampa a Hong Kong che riguarda la prossima apertura – si parla ormai da tempo del 1^ giugno prossimo – dei mercati crypto e Bitcoin anche per gli investitori retail.
Dietro questa mossa di Hong Kong, in piena controtendenza rispetto alla Cina e a tante altre giurisdizioni del Lontano Oriente, non è capito se ci sia la volontà di accaparrarsi parte del mercato in fuga dagli USA o meno. Sta di fatto che le banche coinvolte sarebbero già diverse e che – per quanto meno sofisticata come piazza – Hong Kong potrebbe offrire al mondo crypto quello che cerca ormai da qualche mese – fornitori di liquidità che consentano un funzionamento corretto dei mercati e il ritorno di quei volumi che non solo sono necessari per una ripresa, ma anche per garantire agli exchange introiti che li facciano rimanere a galla.
Noi siamo sempre stati tra i più scettici sull’effettiva portata di questa “rivoluzione” targata Hong Kong. Ma se i mercati mostrano questo livello di entusiasmo, saremo più che pronti a ricrederci.
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