Core Scientific, uno dei più importanti conglomerati per il mining Bitcoin su scala mondiale, potrebbe uscire anticipatamente dalla procedura fallimentare ex Chapter 11 che aveva avviato a fine 2022. In altre parole, Core Scientific sarebbe pronto a tornare in sella avendo superato i problemi che l’avevano costretta a portare i proverbiali libri in tribunale.
Un successo per Core Scientific e anche per l’intero settore del mining, che grazie a una riduzione progressiva dei costi energetici (ormai lontani dai picchi del 2022) e grazie anche a prezzi di Bitcoin decisamente più alti, sembrerebbero aver ritrovato quella liquidità necessaria a far funzionare i loro business.
Abbiamo usato il condizionale perché per ora si starebbe ancora valutando l’opportunità di una chiusura anticipata del Chapter 11, la procedura che viene adottata dalle società in difficoltà e prossime alla bancarotta per guadagnare tempo e cercare di ripianare i bilanci.
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Negoziazioni ancora in corso
i Non basterà la ritrovata liquidità però per permettere a Core Scientific di uscire dalla procedura fallimentare. Si dovrà necessariamente trovare accordo con i creditori, con un piano che sarebbe però già pronto e che sarà consegnato entro il prossimo 15 giugno, per cercare poi un’approvazione entro il prossimo 11 settembre.
Si tratterebbe di un’autentica resurrezione per il miner forse più importante dell’intero ambiente Bitcoin, miner che come molti aveva sofferto non solo il crollo dei prezzi di $BTC, ma anche costi energetici sempre più insostenibili per un’industria che ne fa ampio consumo.
Il gruppo ha proiezioni per liquidità aggiuntiva per 46 milioni di dollari, un ottimo segnale che potrebbe rendere l’accordo con i creditori più facile da percorrere, così come un pieno ritorno alla normalità nelle operazioni.
Il gruppo nel frattempo ha anche ceduto parte delle sue operazioni, con un ingresso parziale anche di Blackrock e di altre società di primo profilo nella gestione dei fondi.
Non è chiaro che tipo di impatto avrà la cessione, avvenuta ormai lo scorso febbraio, sulla futura percorribilità del business da parte di Core Scientific, il cui ridimensionamento era però stato reso necessario da una situazione debitoria ormai insostenibile.
Buone nuove anche per gli altri miner?
Probabilmente sì. E non solo perché l’energia ha costi sensibilmente più bassi e Bitcoin un prezzo più alto. Con ogni probabilità anche l’enorme aumento delle commissioni nell’ultimo periodo ha dato una mano nello sbrogliare una situazione per l’intera industria che si stava facendo sempre più insostenibile.
Staremo a vedere se altri miner in difficoltà comunicheranno il miglioramento di liquidità e cash flow che dovrebbe almeno in parte far respirare il settore.
Un settore che è in forte ripresa da inizio 2023 e che ora sta vivendo una fase di plateau, per molti propedeutica ad un’eventuale ripresa della crescita.
Staremo a vedere: come sempre l’unico giudice sarà il mercato, al quale però il rialzo di Bitcoin e delle commissioni sta offrendo una spalla che nessuno avrebbe mai pensato come possibile.