È online il nuovo numero del nostro Magazine, il decimo e per l’occasione abbiamo deciso di affrontare il tema dei temi di cui però in troppo pochi stanno parlando. Con il crollo dei volumi sui mercati crypto viene meno anche la principale fonte di guadagno degli intermediari.
Una situazione che è peggiorata rapidamente da aprile per poi rendersi ancora più insostenibile a maggio, dopo che i primi tre mesi del 2023 avevano invece fatto tirare un sospiro di sollievo.
Gli exchange principali, anticipando la situazione, si erano in realtà mossi per tempo, e alcuni di questi hanno anche fonti alternative di guadagno per sostenere un eventualmente lungo periodo di bassi volumi. Ma cosa rischiano gli altri? E in quanti rischiano?
I dati sono visibili a tutti, ma in pochi si prendono la briga di metterli insieme e di ricavare un quadro sugli exchange e sul loro stato di salute. La situazione, direbbe qualcuno, è quella che è.
Se dovessimo eliminare i volumi generati – in modo effimero – dal mondo dei meme token, avremmo i dati peggiori dal 2020 a questa parte. Si sarebbe pertanto tornati a una sorta di anno zero, con i fasti del 2021 e di parte del 2022 che sono ormai un lontanissimo ricordo.
Parte della riduzione – importante – di volumi deriva dall’abbandono del mercato di diversi market maker e dal buco – mai riempito – del duo FTX/Alameda. Tuttavia, secondo i dati di cui siamo in possesso, mancano anche e soprattutto i volumi dei piccoli investitori retail, investitori che sono poi la fonte principale di introiti per i grandi exchange (e anche peri piccoli).
Dalla custodia alla gestione degli stablecoin, gli exchange che si trovano nel miglior stato di salute hanno fondamenta solide non sugli scambi, ma sui servizi accessori. Abbiamo analizzato gli introiti di Coinbase, gli unici pubblici – e abbiamo tratto delle conclusioni che ti aiuteranno a muoverti sul mercato senza troppi problemi.
Dall’assalto degli exchange decentralizzati come Uniswap fino ai volumi ancora importanti del CME di Chicago – la più importante delle borse per derivati al mondo – qualcuno si sta accasando altrove. E la cosa potrebbe essere un’ulteriore cattiva notizia per il mondo degli exchange centralizzati.
È probabile che assisteremo a qualche altra chiusura tra i medi e piccoli e che il mercato tenderà a concentrarsi su quegli exchange che riusciranno a superare una fase di mercato che ha steso già diversi concorrenti.
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