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Ripple: parla il CEO | “Causa finirà in settimane, non mesi”

Per il CEO di Ripple ormai la causa è agli sgoccioli. E appare certo di una vittoria.
1 anno fa
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Secondo Brad Garlinghouse, il CEO di Ripple Labs, la causa contro SEC sarebbe ormai agli sgoccioli e mancherebbero settimane – e non mesi come aveva pur detto qualche tempo fa. Una novità che il CEO del gruppo che gestisce lo sviluppo di Ripple e la commercializzazione dei suoi servizi ha rivelato in una recente intervista.

In aggiunta il CEO di Ripple si aspetterebbe la conclusione della causa in senso positivo per Ripple, per quanto come vedremo i numeri del business negli USA non sono certamente importanti – o comunque rilevanti per il buono stato di salute della società.

Una notizia che ancora non ha avuto però impatto sul prezzo di $XRP – che sta seguendo la traiettoria laterale di tutto il mercato, dopo le importanti perdite per tutto il settore nel corso della settimana.


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Causa presto finita? Lo dice il CEO di Ripple Brad Garlinghouse

A parlare è il CEO del gruppo che gestisce Ripple e che sta fronteggiando in prima linea accuse di SEC lanciate ormai più di 2 anni fa e che sono state di importante ostacolo allo sviluppo commerciale dell’ecosistema, almeno negli Stati Uniti.

  • Per Brad Garlinghouse il giudizio sarà positivo

Non è chiaro se sia per tirare acqua al proprio mulino oppure per una convinzione decisa nelle sue ragioni, sta di fatto che il CEO di Ripple continua a ritenere la vittoria lo scenario più probabile. Una vittoria che non sarebbe soltanto storica per il mercato crypto in generale – ma che farebbe anche la storia di SEC, che raramente ha perso una causa dopo aver accusato crypto e non-crypto di aver venduto titoli finanziari privi della regolare e necessaria registrazione.

Quanto pesa questa causa?

In realtà diversi degli effetti sono stati già prodotti e hanno già impattato in modo importante sulla vita di Ripple, in particolare negli Stati Uniti. Il token è stato rimosso dai listini di tutti i principali exchange degli Stati Uniti e il gruppo ha anche avuto enormi difficoltà a stringere accordi con il settore bancario di quel paese.

Di contro però il gruppo è riuscito a svilupparsi in modo importante soprattutto in Medio e Lontano Oriente. Il business del gruppo legato a Ripple è ad oggi al 95% fuori dagli Stati Uniti. Una conclusione in senso positivo della causa potrebbe permettere comunque al gruppo di tornare a operare con una maggiore libertà negli Stati Uniti.

Il CEO di Ripple è molto ottimista

Nel frattempo Ripple continua a fare shopping

Dopo l’acquisto di Metaco, il gruppo sembrerebbe aver rilevato anche una quota in Bitstamp, exchange con sede in Lussemburgo, tra i più risalenti del mondo crypto anche se oggi con volumi relativamente poco importanti.

Tutto questo mentre pende sulla testa dell’azienda una multa potenzialmente milionaria, che però non dovrebbe avere difficoltà a pagare, dato l’ottimo stato patrimoniale di cui gode.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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