Un altro importante exchange si accasa in Europa. O meglio, attiva una nuova sede europea parte di un piano di espansione nell’area Euro. Questa volta ad aprirsi all’Unione è Gemini, che ha appena annunciato l’apertura di una nuova sede in Irlanda.
Effetti positivi del MiCA, che per quanto restrittivo in alcuni punti offre comunque regole più chiare che negli USA? Oppure semplice riorganizzazione di certe attività degli exchange anche lontano dagli USA? Con Gemini che si accasa a Dublino (senza interrompere le operazioni negli USA, chiaramente) è un buon momento per fare il punto della situazione su cosa sta avvenendo in Europa.
Nelle ultime settimane – dopo che mesi fa si era mosso già Binance in diversi paesi – sono arrivati OKX, Coinbase in una nuova partnership con BitPanda e ora anche Gemini. È davvero febbre da MiCA?
Gli exchange stanno vivendo una fase di mercato molto particolare. L’abbiamo raccontata qui sul nostro Magazine – analizzando conti in rosso, rischi del settore e possibile futuro dei maggiori operatori. Iscriviti ora, i posti gratuiti sono in esaurimento.
Dublino nuovo hub per il mondo crypto e Bitcoin?
Nonostante la Francia riesca a conquistarsi più di frequente le prime pagine in qualità di paese crypto friendly, è in realtà a Dublino che si trovano diversi dei più importanti exchange e operatori del settore. Prima dell’arrivo di Gemini annunciato poche ore fa infatti, a Dublino si erano già accasati sia Binance che Kraken, confermando così la particolare vocazione irlandese per le aziende tech e per i grandi conglomerati multinazionali.
OKX ha scelto la Francia giusto la scorsa settimana, richiedendo autorizzazione e licenza operativa. Bitget invece aveva scelto la Polonia, non è chiaro se per servire soltanto quel paese o se per farne una sorta di sede principale europea.
Gemini invece virerà sull’Irlanda, vecchio pallino di chi si era mosso per tempo. Ma prima di parlare di febbre da MiCA e di caduta degli USA nel settore crypto, sarà forse il caso di fare ulteriori considerazioni.
No, gli exchange che aprono anche in Europa non chiudono le loro attività negli USA
Per quanto certi titoli provino a far credere il contrario, non è assolutamente vero che exchange americani come Coinbase e Gemini stiano pensando di abbandonare gli USA. La cosa è stata smentita di recente quantomeno da Coinbase (dopo un’iniziale sfuriata) ed è anche fondamentalmente poco logica.
Le sedi centrali negli USA sono e rimarranno necessarie per continuare a offrire servizi in quel paese, che rappresenta il più grande mercato di capitali del mondo.
È più che normale che – sia per rispettare i nuovi criteri fissati dal MiCA, sia per condurre operazioni che negli USA è impossibile condurre – multinazionali di questo calibro cerchino anche di accasarsi altrove.
Coinbase lo ha fatto recentemente alle Bermuda per lanciare una piattaforma di derivati senza necessità di fiat money e Gemini ha fatto lo stesso a stretto giro di posta. Da qui a dichiarare però la morte degli USA nel mondo crypto – tra le altre cose a favore dell’UE – ce ne passa ancora tanto, per quanto tale narrativa sia da un lato semplice, dall’altro supposta conferma della bontà del nuovo impianto normativo europeo.