Le quotazioni di Cardano (ADA) sono ferme dall’8 maggio scorso in oscillazione laterale poco sopra alla zona degli 0.3500/0.3530, nel cambio contro dollaro americano. Si tratta di un breve periodo di assenza di direzionalità che sta interessando diverse cryptovalute a medio-alta capitalizzazione. Il mercato crypto sta infatti, nel suo complesso, attraversando una fase di volumi mediamente bassi e sostanziale assenza di spunti rialzisti degni di nota.
Solo pochi giorni fa era peraltro giunta una notizia potenzialmente bullish che riguardava nello specifico proprio Cardano, notizia che avevamo prontamente rilanciato dal sito, ma che non ha sortito ad oggi effetti misurabili sull’oscillazione. Cardano rimane tutt’oggi, in ogni caso, una delle prime scelte per quanto riguarda gli asset crittografici da prediligere per posizioni da portafoglio, saldamente inserito nella nostra lista sempre aggiornata dei 35 migliori token sul mercato.
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Il grafico ad ampia scansione temporale, con candele weekly, ci impone di prendere atto della relativa debolezza che tuttora affligge il trend di Cardano. A partire dalla seconda settimana di maggio i valori sono saldamente in stabilizzazione sotto quota 0.3830 e, quindi, stanno abbandonando l’ampia area delle barriere tecniche di lungo periodo.
Tali barriere erano state oltrepassate al rialzo in occasione del rally di aprile, sfociato nel raggiungimento dell’attuale picco dell’anno a 0.4618. Successivamente, però, si è innescata una seconda fase correttiva in seno al movimento rialzista che prosegue da dicembre. Tale correzione è, evidentemente, ancora in via di sviluppo.
Per approfondimenti riguardo alla lettura dei segnali tecnici forniti dalle candele giapponesi, rimandiamo alla nostra nuova sezione-guida, arricchita quotidianamente di interessanti contenuti. Ulteriori approfondimenti allo scenario di lungo periodo, comprensivi di considerazioni relative al quadro fondamentale, sono state riassunte nelle previsioni pubblicate appena un mese fa e ancora del tutto attuali.
Passiamo all’analisi del grafico a barre da 30 minuti, per esaminare con maggiore dovizia di dettagli l’attuale situazione dei livelli tecnici. Constatiamo innanzitutto come, rispetto al nostro più recente aggiornamento, datato 12 maggio, i valori si siano mantenuti costantemente lontani dai supporti, primo dei quali era situato non prima degli 0.3405/3435.
La stabilità dei prezzi non è stata però accompagnata da un ritorno di interesse da parte dei compratori che, evidentemente, si stanno tenendo ancora lontani in attesa di un ultimo strappo ribassista, per poter tornare ad accumulare posizioni a sconto. Sono invece i venditori ad aver riacquistato gradualmente fiducia.
Gli shortisti stanno evidenziando una particolare concentrazione di attività nell’area compresa fra 0.3699/3714 e quella compresa fra 0.3832/3863. Si tratta dei nuovi livelli di resistenza che, nel corso delle prossime 5-10 giornate, costituiranno altrettanti luoghi di probabile ripresa del ribasso in caso di recuperi. Le aspettative sono per l’appunto di provvisorio riavvicinamento alle resistenze, seguito da un affondo in prima istanza fino a 0.3371/3381 e successivamente fino a 0.3240.
Solo dopo il raggiungimento di quest’ultimo livello potremo ricercare, previa aggiornamenti, la presenza di eventuali indicazioni rialziste, che ci consentirebbero di ritornare ad impostare posizioni coerenti con il trend dominante di lungo periodo che è ancora impostato al rialzo. Lo scenario descritto verrebbe accantonato solo in caso di rottura della seconda resistenza, mediante una chiusura su grafico a 30 minuti superiore a 0.3863.
A tale condizione avremmo la probabile conclusione anticipata della fase correttiva e dovremmo immediatamente spostare l’attenzione sul livello di verifica superiore, posto a 0.4000/0.4030. Quando sono le 19:37 di venerdì 26 maggio, Cardano viene scambiato sui principali Exchange mondiali a 0.3593 dollari, sostanzialmente stabile rispetto a ieri (+0.31%). Tecnicamente sarebbe preferibile intervenire short solo su ulteriori riavvicinamenti almeno alla prima resistenza, per evitare un rapporto teorico fra rischio-beneficio non sufficientemente favorevole.
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