Tutta colpa delle crypto e guai a fare un mea culpa. Temasek, uno dei fondi sovrani di Singapore, rispedisce al mittente qualunque tipo di responsabilità per quanto riguarda il suo investimento in FTX. Un investimento che valeva milioni di dollari e che ora ne vale esattamente zero – e che aveva attirato attenzioni importanti su un fondo sovrano che – nella scalata di FTX al mondo crypto – aveva forse qualche responsabilità.
In breve: Temasek dice di essere stata truffata – e che dunque non mancava alcuna due diligence, ovvero nessun controllo approfondito su quanto stessero scegliendo come asset per l’investimento.
Una spiegazione che per molti farà acqua da tutte le parti, dato che è coinvolto uno dei fondi sovrani più importanti del mondo – con una certa preferenza per il settore tech e che avrebbe pur le conoscenze e le capacità di analizzare chi si trova di fronte, in questo caso FTX. Qualcuno ha pagato – con un taglio importante dello stipendio – ma per il resto è chiaramente colpa del settore. Sul quale, dice Temasek, difficilmente continuerà a investire.
Il crack di FTX – come vi abbiamo raccontato anche qui – è stato anche il crack a catena di diversi fondi che avevano investito nella creatura di Sam Bankman-Fried. Su tutti i due più importanti sono stati Temasek, fondo sovrano di Singapore e il Fondo Pensionistico degli Insegnanti dell’Ontario, in Canada. Due fondi di proporzioni importanti e che, almeno a rigor di logica, dovrebbero avere gli strumenti per analizzare chi hanno davanti. O comunque ne dovrebbero avere di più di quanti ne ha un comune investitore.
Non sembrerebbe essere così. Il CEO del fondo ha pubblicato una lettera dove fondamentalmente rigetta quasi qualunque tipo di responsabilità.
Con FTX, come riportato dalle accuse dei procuratori e come ammesso da dirigenti chiave e dai loro affiliati, c’è stata una condotta fraudolenta volontariamente tenuta nascosta agli investitori, inclusa Temasek. Siamo comunque dispiaciuti del risultato del nostro investimento e dell’impatto sulla nostra reputazione.
E ha poi aggiunto:
Un team indipendente ha condotto un’indagine interna e quanto riscontrato è stato direttamente presentato al Comitato per il Rischio e la Sostenibilità. Nonostante non ci fossero cattive condotte da parte del team di investimento, i responsabili se ne sono assunti la responsabilità e hanno avuto una riduzione nei loro salari.
Forse troppo poco per investitori che hanno puntato su un exchange i cui conti non erano certamente sugli standard richiesti dai grandi fondi di investimento per procedere all’acquisto di quote. Basterà questa dichiarazione per riportare la calma da Temasek e al tempo stesso per limitare i danni alla sua reputazione?
Secondo quanto è stato riportato da Coindesk, Temasek sarebbe intenzionata a esercitare la massima attenzione prima di investire nello spazio blockchain. Non è chiaro che tipo di attenzione aggiuntiva, dato che sempre secondo quanto riportato da Temasek prima di procedere all’investimento in FTX, sarebbero state condotte indagini per circa 8 mesi.
Indagini che evidentemente non hanno mai chiesto rassicurazioni sulla solidità dei fondi riportati a bilancio, né tanto meno la rassicurazione sulla separazione delle operazioni di Alameda da quelle di FTX.
Rimane una grande lezione per gli investitori di taglia più piccola: non fidarsi di nessuno, neanche dei più grandi fondi al mondo. Fondi che a quanto pare non hanno granché contezza della situazione, o meglio, non ne hanno più del proverbiale uomo di strada.
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