Se al G7 non se ne fa nulla, allora sarà il G20 a tornare alla carica. Parliamo del tentativo di attacco da parte di certi stati sovrani al mondo crypto. Prima ci avevano promesso fuoco e fulmini al G7 di Hiroshima, dove però tutti sono sembrati affaccendati in più pressanti problemi. Ora potrebbe essere il turno del G20.
La mano è quella indiana, con RBI – la Reserve Bank of India – che vorrebbe far passare a livello mondiale quanto nel paese dove opera è già legge dello stato. E cioè il fatto che ci siano, legati alle criptovalute, dei rischi per il sistema finanziario globale.
Una questione smentita sia dai numeri, sia dai più recenti problemi che il settore cripto ha vissuto, in particolare con gli spettacolari crack di Terra Luna e FTX. Ma quando si deve mettere insieme una narrativa utile per la repressione di un fenomeno, ogni illazione è buona.
Le criptovalute hanno uno status molto particolare. Secondo le massime autorità monetarie del mondo non valgono nulla, sono un gioco da ragazzini, ma al tempo stesso non possono fare a meno di parlarne. E nei giorni di luna piena, anche di lanciare campagne per un ban a livello globale. La cosa, nonostante sia stata ripetuta da autorità ben più prestigiose della Banca Centrale Indiana, non ha mai avuto seguito. Ma chissà, non è mai troppo tardi per riprovarci.
Anche il G20 ha una presidenza a rotazione – e trattandosi ora del turno dell’India, forse ci sarà una possibilità maggiore di vedere il problema… quantomeno discusso dai principali paesi per forza economica e politico/militare al mondo.
Parlarne però – spiace dare questa notizia a RBI – non vuol dire che qualcuno sia necessariamente d’accordo con la narrativa che Calcutta vorrebbe imporre al mondo. Una narrativa sbilenca, che ai più attenti appare già come chiaramente vessatoria nei confronti di un settore che non ha in alcun modo il potere – almeno per ora e per i prossimi anni – di scalfire la stabilità del sistema finanziario tradizionale.
Un sistema finanziario tradizionale che, ci permettiamo di ricordarlo, dovrebbe forse più preoccuparsi di rimanere in piedi da solo – che dei pericoli che possono arrivare da Bitcoin e crypto.
Le banche centrali producono una quantità impressionante di report – e anche la RBI indiana non è da meno. L’attacco – o meglio il tentativo di attacco – è contenuto in un lungo dispaccio che potete trovare qui, così per toccare con mano quanto siano fondate certe preoccupazioni e per capire che aria tira in uno dei massimi consessi mondiali della politica internazionale.
Quello che sospettiamo è che anche in questo caso non si andrà oltre la dichiarazione di intenti – e che oltre a qualche roboante colonna sulla stampa tradizionale, si andrà avanti con un ulteriore nulla di fatto. Le sensibilità sul tema sono molto diverse, così come sono diversi gli atteggiamenti che i diversi stati che compongono il G20 hanno adottato nei confronti del fenomeno crypto. Trovare concordia sul tema sembra, almeno per il momento, impossibile.
La presidenza intende formare un approccio coordinato e totale creando un framework per la regolazione globale dei crypto asset, degli stablecoin e della finanza centralizzata.
Vaste Programme, avrebbe detto un politico d’antan.
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