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Una tangente da 1.000 Bitcoin | Poliziotto nei guai!

Se confermata sarebbe la più grande mazzetta mai pagata in Russia. Quasi 28 milioni di dollari in Bitcoin, in una cartella... Pensione.

Un caso che se confermato sarebbe uno dei più importanti di sempre in termini di tangenti pagate in Bitcoin. La storia arriva dalla Russia, la riporta il quotidiano Kommersant e include un investigatore di Mosca, una strana storia di hacker e un quantitativo importante di Bitcoin, più di 1.000.

Domani le corti decideranno se Marat Tambiev – questo il nome dell’investigatore sotto inchiesta – potrà tenere i suoi Bitcoin oppure se questi saranno invece confiscati in quanto ritenuti proventi di illeciti.

Se le accuse di corruzione dovessero essere confermate, si tratterebbe della più grande mazzetta mai pagata in Russia (almeno ufficialmente). Il tutto con al centro Bitcoin – che a quanto pare avrebbe svolto un ruolo importante nella storia.

Le accuse degli inquirenti

Secondo gli inquirenti Marat Tambiev, in forza alla polizia russa da più di 10 anni e assegnato a casi di una certa rilevanza, avrebbe ottenuto probabilmente nell’aprile 2022 più di 1.000 Bitcoin in cambio dell’aiuto che avrebbe fornito, durante indagini da lui guidate, a tutela del gruppo hacker Infraud.

Sarebbero coinvolti secondo quanto riportato dai giornali russi Mark e Konstantin Bergmanov e Kirill Samokutyevsky – con le indagini a loro carico che erano nelle mani di Tambiev, il quale avrebbe permesso ai rei di continuare ad utilizzare i propri asset non procedendo a sequestro.

Per questo servizio, se così vogliamo chiamarlo, Tambiev avrebbe ottenuto 1.032 Bitcoin, detenuti presso 2 diversi wallet – le cui passphrase erano custodite, con screenshot, in una cartella chiamata Pensione.

Cartella che ha attirato le attenzioni degli inquirenti, che hanno così scoperto gli accessi per 900 Bitcoin con la prima e di 132 con la seconda.

Sempre secondo quanto riportato dagli inquirenti, Tambiev non avrebbe mai avuto in vita sua disponibilità tali da giustificare un accumulo così importante di Bitcoin, né sarebbe in possesso al momento di conti sostanziosi in rubli o in valuta estera.

Una tangente… record

Tambiev afferma di avere diritto a quei Bitcoin

Nel frattempo la difesa di Tambiev afferma che il sequestro sarebbe avvenuto senza che la sua colpevolezza sia stata ancora dimostrata in tribunale.

Cosa che però è stata, almeno per il momento, respinta al mittente dal giudice che sta seguendo il caso, il quale ha confermato non solo il sequestro dell’importante somma in Bitcoin, ma anche la sospensione di Tambiev da qualunque tipo di incarico.

Non è chiaro quale sarà poi il destino dell’importante somma in Bitcoin che – a procedura terminata – entrerà a far parte del patrimonio della Repubblica Federale Russa. Saranno venduti immediatamente? Saranno venduti a scaglioni, così come avviene ad esempio negli Stati Uniti?

L’unica cosa certa per ora è che Tambiev dovrà dire addio ad una fortuna in Bitcoin che ai prezzi di oggi vale quasi 28 milioni di dollari. Una somma niente male per un semplice investigatore della polizia russa.

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