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Pepe e crypto meme in discesa libera | I dati ci dicono però che…

Pepe e gli altri meme token soffrono. Ma non è soltanto un problema di prezzi. Ecco cosa sta succedendo.
1 anno fa
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La parabola discendente di Pepe è forse soltanto il segnale più visibile di una crisi (momentanea?) di tutto il comparto meme token, almeno per quanto riguarda quelli di ultima generazione, quelli che hanno colto il mercato di sorpresa e che sembrerebbero ora in una fase chiaramente discendente – e non soltanto in termini di prezzo.

A sostenere questa nostra analisi troviamo non solo i dati che riguardano i prezzi di ogni singolo token, ma anche volumi di scambio, tanto sui CEX quanto sui DEX, che testimoniano di una febbre ormai in via di sparizione.

Al tempo stesso però sarà da valutare se si tratti o meno di un calo momentaneo dell’attenzione per questo tipo di attività, oppure se ci sia effettivamente il rischio – almeno per chi è arrivato tardi su questi token – di non rivedere più i prezzi di qualche settimana fa. Come sempre, per la nostra analisi partiremo dall’unica cosa inequivocabile: i dati.

Meme token in ritirata: giù i prezzi, giù i volumi, giù l’attenzione

Pepe è anche oggi uno dei peggiori di una giornata comunque non positiva per tutto il comparto cripto. Il prezzo, ormai di parecchio sotto i 0,0000015$ è in trend negativo dalla metà di maggio nonostante almeno un paio di tentativi di inversione.

Lo stesso vale per $MILADY, $WOJAK e tanti altri che si erano guadagnati la scena a stretto giro di posta, con la prima settimana di maggio che probabilmente passerà alla storia come il momento d’oro di questo curioso – e per molti assurdo – comparto.

Oltre al prezzo però c’è di più: sono in picchiata, assolutamente e relativamente, altri indicatori il comparto meme, la cui analisi può aiutarci a capire quale sia l’effettiva traiettoria potenziale di questo settore del mondo cripto.

Volumi giù, anche rispetto al resto del mercato

Con il resto del mercato che sembrerebbe essersi lasciato alle spalle i minimi di volumi di maggio – con una lieve ripresa negli ultimi 10 giorni – è ancora più evidente che la domanda di meme token anche in termini di scambi sia scesa – di parecchio.

Le fee su Ethereum sembrano essere tornate in trend verso la normalità, dopo picchi che erano stati alimentati da forti volumi di scambio su Uniswap, l’exchange decentralizzato su rete Ethereum che è stato il primo punto d’approdo di diversi dei meme token più popolari, su tutti Pepe.

Le fee medie su Ethereum

Anche su Bitcoin sembra che la situazione si stia riavvicinando alla normalità, con la mania Ordinals almeno momentaneamente alle spalle, cose che si sta riflettendo anche in questo caso sulle fee. Anche qui è presto per tirare delle somme, ma la fotografia delle ultime 2 settimane è relativamente impietosa. Sono sempre meno le persone disposte a spendere cifre da capogiro per iscrivere i propri simil-NFT sulla blockchain più importante e ricca al mondo.

Le fee medie su Bitcoin

Cosa sta succedendo?

Anche per quanto riguarda la ripartizione del mercato tra exchange decentralizzati e exchange classici e centralizzati sembra che i numeri siano in linea con la nostra analisi.

I dati forniti da The Block, The Graph e Coingecko – CEX vs DEX

Siamo lontani dal picco di maggio per due motivi: inizialmente perché anche gli exchange classici hanno iniziato a quotare il top dei meme token, quelli più seguiti. Il secondo perché l’attenzione si è chiaramente spostata altrove.

E al netto dei colpi di coda del network Cardano, che ha visto una crescita importante dei volumi anche grazie alla nascita di recenti meme, il trend sembrerebbe essere generalmente in discesa. Occhio però a chi volesse shortare – i meme token ci hanno abituato nella breve ma intensa storia del mondo crypto a inversioni di trend molto importanti, per quanto inaspettate.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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