Arriva la busta verde anche a Binance. L’exchange di CZ è stato citato in giudizio da SEC per aver venduto al pubblico security, seguendo un po’ il canovaccio che l’agenzia di Gary Gensler ha utilizzato anche per mettere nell’angolo altri exchange di criptovalute.
Le accuse arrivano dopo che Binance era stata già oggetto di attenzioni giudiziarie da parte dell’altra grande agenzia statunitense che vigila sui mercati, CFTC. Ora a salire in cattedra è SEC, che accusando Binance di aver commercializzato titoli senza autorizzazione estende potenzialmente il suo raggio d’azione anche alle criptovalute che sono state incluse nella denuncia.
Ci sono tanti nomi nuovi: Solana, Cardano, Polygon Matic, AXS e altre insospettabili,compreso l’ormai quasi defunto BUSD, lo stablecoin di casa Binance che era stato già ostacolato dalle autorità finanziarie di New York. Ci sono delle novità – almeno rispetto alle precedenti accuse di SEC agli exchange – che con ogni probabilità estenderanno il fronte comune di chi cercherà di resistere alle accuse di Gary Gensler, ormai definitivamente l’ammazza-crypto almeno dalle parti di Washington.
I mercati hanno reagito con dei cali pesanti, con Bitcoin che è tornato sotto i 26.000$ e $BNB che, per ovvi motivi, è uno dei peggiori.
A Binance abbiamo dedicato un numero del nostro Magazine – qui lo speciale sulle accuse di CFTC – ISCRIVITI ORA, presto non sarà più gratuito.
SEC riparte all’attacco e dopo aver accusato Coinbase, Bittrex e Kraken ora decide di indirizzare le sue attenzioni verso Binance, il primo exchange per popolarità, per volumi e per iscritti al mondo.
Nelle accuse di SEC indirizzate a Binance quella principale è di aver venduto titoli finanziari, tra i quali Solana, Algorand (già citato da una precedente denuncia di SEC), Polygon Matic e tante altre insospettabili, compreso lo stablecoin del gruppo, BUSD.
Si parla di security e cioè asset che soddisfano diverse condizioni: devono essere un investimento in denaro, in un’impresa comune, con l’aspettativa di profitto che derivi dall’impegno di altri.
È una categorizzazione molto importante negli USA: quando una crypto – o un altro tipo di investimento – rientra in questa categoria, ci sono degli obblighi di registrazione tanto per l’emittente, quanto per chi ne offre commercio, in questo caso gli exchange.
Le accuse di SEC a Binance hanno pertanto un doppio risvolto: da un lato sono dirette all’exchange, dall’altro anche ad asset che in pochi avrebbero considerato come tali.
L’estensione delle accuse di SEC a tanti progetti potrebbe sollevare un fronte comune – che cercherà di difendersi dall’ennesimo attacco di Gary Gensler in modo compatto.
Non è detto che però si riuscirà a formare un fronte comune, nonostante l’appello di CZ via Twitter sia già partito. Tra vecchie ruggini, progetti che non hanno nulla o quasi a che vedere con gli USA, cercare di fare gruppo sarà quanto mai difficile.
Noi domani, 6 giugno, saremo online con un mini-speciale sulla vicenda, e poi giovedì 8 giugno sul nostro Magazine per uno speciale completo sulla vicenda che potrebbe definire il mercato cripto per i prossimi anni.
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