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Exchange crypto: tre motivi di crisi oltre SEC | Momento paura?

Gli exchange crypto continuano a fronteggiare una situazione preoccupante oltre i tribunali. E ci sono tre motivi per iniziare a preoccuparsi.
2 anni fa
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Non bisognerebbe fermarsi soltanto alla superficie. Sono tempi estremamente duri per gli exchange – e non solo perché diversi di questi stanno fronteggiando cause legali con i regolatori USA. Ci sono problemi che arrivano relativamente da lontano e che vanno lontano – e la cui inversione non sembra essere stata ancora innescata.

Nello specifico le questioni che dovrebbero angosciare gli exchange – nessuno escluso – sono tre. La prima è quella dei volumi, che abbiamo già ampiamente analizzato in passato e che oggi sarà oggetto di un’ulteriore disamina. In secondo luogo gli outflow di Bitcoin dalle loro riserve, che non sembra arrestarsi. E in terzo luogo problemi su diverse situazioni legali che prescindono anche da SEC, e che possono impattare però in modo serio sulla loro capacità di generare utili.


Dedicato agli exchange e alla preoccupante situazione che si sta sviluppando da aprile c’è un numero del nostro Magazine – che ti invitiamo a leggere per conoscere la situazione attuale del mercato e compiere delle scelte il più possibile informate.


La trimurti degli exchange: la situazione non accenna a migliorare

Ci si sta concentrando troppo sulle cause recentemente intentate da SEC contro Binance e Coinbase, perdendo un po’ un quadro generale che presenta almeno tre diverse problematiche che andrebbero analizzate. Problematiche che affliggono direttamente la capacità degli exchange di criptovalute di generare profitti – e dunque la loro stessa sopravvivenza sul medio e lungo periodo.

Analizziamo questi casi uno per uno, anche per capire se c’è o meno un’inversione del trend all’orizzonte.

I volumi languono, anche per giugno

Certo, giugno si è aperto da poco, ma chi si aspettava un grande recupero dei volumi rispetto al pessimo maggio che si è appena concluso, con ogni probabilità finirà per rimanere deluso.

Le medie di giugno, se dovessero mantenersi per tutto il mese, restituirebbero una 30 giorni addirittura peggiore di quella di maggio, riportando i volumi, che poi sono direttamente proporzionali alle commissioni generate dagli exchange a livelli da 2020, prima dell’ultima bull run.

Da un lato mordono i DEX, che dopo le recenti vicissitudini di diversi operatori centralizzati sono diventati molto più attrattivi. Dall’altro invece mancano proprio volumi di scambio sui quali applicare commissioni. Su questo specifico aspetto non sembra ci siano soluzioni di breve.

I fronti aperti sono tre

Bitcoin ancora in fuga dagli exchange

No, non dipende granché dalla recente causa di SEC contro Binance e Coinbase. Il trend, come è facile intuire dal grafico che alleghiamo, viene da lontano. E non sembra avere alcuna intenzione di arrestarsi sul breve.

Una lettura, per quanto superficiale, è quella di giudicare questa metrica come una sorta di segnale sulla fiducia che sono in grado di riscuotere presso i clienti i principali exchange. Dopo il caso FTX, non sembra ci si sia ancora ripresi. E certamente non aiuteranno i problemi legali dei principali operatori di questo settore.

Il terzo problema: certe questioni sono lungi dal risolversi

Parliamo principalmente dei prodotti Earn e Staking as a Service. Per i primi Gemini, tanto per citarne una, non sembra poter risolvere a breve i problemi che ha con Genesis, che impediscono all’exchange dei gemelli Winklevoss di rientrare in possesso dei fondi dei propri clienti.

Per quanto riguarda i servizi di Earn e Staking as a service, SEC sembra intenzionata a considerarli come security, e dunque prodotti con registrazione obbligatoria. La cosa andrà a comprimere ulteriormente una voce di bilancio importante per gli exchange, in particolare in una fase di magra per i volumi.

C’è una via d’uscita?

I principali exchange che operano sul mercato oggi sembrerebbero essere più che solidi sul piano finanziario – e potranno certamente permettersi qualche mese di magra.

Difficile valutare la situazione dei più piccoli, in particolare quando dotati di strutture articolate e costose. Il rischio in quel caso è di trovarsi con introiti ridotti quasi a zero e costi fissi importanti.

Una situazione che – siamo stati i primi a dirlo – andrà monitorata. Cosa che faremo anche su queste pagine nei prossimi giorni.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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