C’è un elefante nella cristalleria del quale non vuole parlare nessuno: i token emessi dagli exchange stessi, ai quali sono collegati servizi aggiuntivi, sconti e premi. È il caso di $BNB di Binance, così come di $CRO di Crypto.com. Ci sono poi anche $OKB di OKX e altri che nel tempo hanno funzionato anche da raccolta di capitale per gli intermediari stessi.
Il punto che è emerso chiaramente dalle accuse di SEC a Binance è che tale categoria di token è da considerarsi, almeno secondo i desiderata dell’agenzia, security. Cosa che come abbiamo visto nel crollo di questa notte, è questione decisamente importante.
Sul nostro Magazine – iscriviti qui abbiamo già analizzato almeno in parte la situazione. Oltre a questo approfondimento, se investi in questo tipo di token non perderti quanto abbiamo riportato sul nostro settimanale.
I token legati agli exchange hanno sempre avuto uno status molto particolare. Il crollo di $FTT ha contribuito in modo sostanziale a scrivere la parola fine sull’epopea di FTX. Di contro Binance Coin invece è da tempo nella top 10, simbolo anche finanziario dello strapotere dell’exchange di CZ.
Cronos Coin $CRO è al centro di diverse operazioni di Crypto.com e deve almeno parte del suo prezzo al collegamento ad alcune attività speciali per i clienti, a partire dal sistema di carte.
Qualcosa però in questo scenario è cambiato durante la settimana in corso, con l’attacco di SEC a Binance, che ha coinvolto anche $BNB. Binance Coin però ha una storia molto particolare, che almeno in parte la denuncia di SEC contribuisce a ricostruire.
Per quanto riguarda $BNB, questo è stato distribuito tramite una ICO, ovvero un’offerta pubblica di vendita, che ha incluso investitori negli USA. Secondo SEC, tale vendita sarebbe una security anche perché…
Secondo l’agenzia BNB sarebbe stato proposto come investimento il cui prezzo sarebbe cresciuto in linea con il successo dell’exchange stesso. Questione che soddisferebbe il criterio dell’aspettativa di profitto tramite il lavoro degli altri dell’Howey Test, il test utilizzato per decidere se un asset sia o meno una security.
Secondo quanto affermato da SEC, un consulente legale di Binance avrebbe avvisato l’exchange sull’implicazione di coinvolgere anche investitori americani. E dunque sarebbe stata al corrente della potenziale violazione delle leggi USA sulle security.
Secondo chat interne CZ sarebbe stato d’accordo nel correre comunque il rischio.
Parzialmente sì. E ci sono altre due differenze importanti che riteniamo giocheranno in favore della sua esclusione da eventuali future cause di SEC, a meno che queste non colpiscano Crypto.com direttamente.
$CRO è in realtà il figlio diretto di MCO, che era il token emesso dal precedente exchange Monaco. Non è chiaro se questo possa effettivamente schermare $CRO da eventuali attacchi di SEC. Sta di fatto però che SEC dovrà dimostrare qualcosa in più rispetto alle accuse che ha mosso a $BNB.
$CRO continua a essere disponibile anche presso piattaforme come eToro – testala qui in demo gratuita – segno del fatto che continuerà a essere al centro delle trattative anche in futuro.
Oltre che su Crypto.com, $CRO è presente su Coinbase (e non è stato citato), Bittrex (già accusato da SEC senza che sia stato citato $CRO), KuCoin (ancora non citata da SEC). Qui vale la pena di comprendere le recenti strategie di SEC nel perseguire il mondo crypto.
Gli attacchi sono raramente verso il singolo token o coin – come nel caso di Ripple – ma si preferisce attaccare gli exchange, citare una lista ristretta e non completa dei token che sarebbero security, e procedere in questo senso.
A meno che non decida di attaccare anche Crypto.com – che comunque ha un profilo in termini di regolamentazione molto solido negli USA – sarebbe estremamente difficile vedere questo token direttamente citato.
A questo contribuisce anche il marketcap relativamente ridotto rispetto a BNB e ad altri token più facili da colpire per SEC.
In altre parole – se dovessimo concludere qui la nostra previsione – riterremmo molto difficile vedere $CRO citato in una delle prossime denunce di SEC, a meno che queste non riguardino direttamente Crypto.com.
Crypto.com si trova in una posizione relativamente invidiabile – come abbiamo spiegato qui sul Magazine – e sta continuando a tagliare i cosiddetti rami secchi, ovvero quei servizi che stanno rendendo poco e che continueranno con ogni probabilità a rendere poco durante il bear market dei volumi.
Ieri ha annunciato la sospensione dei suoi servizi per gli istituzionali USA – e con ogni probabilità continuerà con dei riassetti che più che destare preoccupazione però – dovrebbero essere interpretati come movimenti dovuti in una fase molto complicata per il mercato.
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