Arriva un altro candidato per la corsa alla Casa Bianca del 2024. Perché dovrebbe interessarci? Perché non solo si è già pronunciato pubblicamente pro Bitcoin e crypto in pubblico. Perché non solo ha fatto di Miami uno degli hub preferiti dagli appassionati.
Questa volta abbiamo davanti un personaggio politico che percepisce il suo stipendio in Bitcoin, una dichiarazione d’amore, non ce ne vogliano gli altri candidati, che supera di gran lunga quelle – già raccontate sulle nostre pagine – di Robert F. Kennedy e Ron DeSantis.
Certo, la sua piattaforma elettorale non verterà soltanto su Bitcoin, ma al tempo stesso è un altro segnale di quanto sta avvenendo nel mondo politico USA in relazione al mercato e al settore che seguiamo su questo sito tutti i giorni.
Il rapporto tra politica, autorità e Bitcoin negli USA è molto complesso. Capirne il funzionamento è fondamentale per chi investe. Sul nostro Magazine troverai un dossier completo sulle ultime attività negli USA, anche a livello federale.
Si tratta di Francis Xavier Suarez, Repubblicano che è già Sindaco di Miami e che converte ormai da tempo percepisce il suo salario direttamente in Bitcoin. Un atteggiamento non solo di apertura, ma di coinvolgimento diretto che neanche gli altri (e numerosi) candidati che hanno testimoniato apertura verso Bitcoin hanno per ora dimostrato.
I candidati sono ora tanti, anche per le primarie repubblicane. Oltre a Suarez fresco di candidatura ci sono anche Donald Trump (per i sondaggi in netto vantaggio), Ron DeSantis, il più credibile dei concorrenti di Trump, e poi Mike Pence, Nikky Halley e e Vivek Ramaswami, altro candidato molto aperto a Bitcoin e al mondo crypto in generale.
Difficile a dirsi per adesso, dato che tutti i candidati che lo stanno sostenendo apertamente sembrerebbero avere poche possibilità di vittoria. Tuttavia la presenza di così tanti candidati, 3 in area repubblicana e 1 in area democratica, che puntano all’elettorato appassionato di Bitcoin potrebbe contribuire a spostare le piattaforme dei candidati più forti verso una maggiore apertura a $BTC, o comunque alla tutela dello stesso dai potenziali attacchi della politica.
Gli underdog sono, nella cultura americana, i candidati e le squadre che hanno probabilità e scommesse contro, che nessuno si aspetta che vincano. Nel campo sportivo talvolta sorprendono, e vanno a vincere trofei che nessuno avrebbe mai immaginato.
Talvolta queste vittorie degli underdog diventano realtà anche nel mondo della politica. E per quanto si parta adesso da una situazione che li vedrà certamente perdenti alle primarie, mai dire mai.
Il percorso di avvicinamento alle primarie è lungo, prevederà diversi dibattiti, avvicendamenti, nuove e vecchie alleanze. E non è detto che per i candidati Bitcoin le speranze siano già morte.
Per quanto, lo ricordiamo in chiusura, per le sue caratteristiche uniche Bitcoin non ha bisogno della politica. Ed è per ora la politica che sembrerebbe aver bisogno di Bitcoin.
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