Attacco a Tether rientrato, sebbene con dei retroscena suggeriti dal gruppo stesso che emette e gestisce lo stablecoin con la più alta capitalizzazione di mercato. Al centro della vicenda c’è l’accordo di Tether stipulato con l’Attorney General Office di New York, accordo che prevedeva tra le altre cose la realizzazione di report sulle riserve stesse di Tether con cadenza trimestrale per almeno 2 anni.
All’interno di questa vicenda si è inserito Coindesk, giornale tra i più popolari e prestigiosi del mondo crypto, che ha richiesto, ricorrendo al Freedom of Information Law, accesso alla documentazione relativa al primo dei report.
Una storia complicata, che proveremo a spiegare perché riteniamo – come abbiamo già detto più volte su queste pagine – di fondamentale importanza per il comparto più importante del mondo crypto, quello degli stablecoin.
Al caso stablecoin abbiamo destinato uno dei nostri ultimi dossier. Puoi leggerlo sul Magazine – e approfittane per iscriverti gratis.
Nel corso della giornata di ieri Tether ha deviato dall’ancoraggio 1:1 al dollaro per qualche ora. In altre parole, sulle principali piazze Tether veniva scambiato ad un prezzo inferiore a 1$. È stata una deviazione minima, causata con ogni probabilità da quello che sembrerebbe essere un attacco coordinato e che è passato dai principali canali DeFi.
Con Tether che ha recuperato la parità con il dollaro, questa storia può essere considerata come chiusa. Ennesimo attacco, fallito, a Tether. Ennesima, per gli ottimisti, dimostrazione di solidità da parte di uno stablecoin che è il primo per capitalizzazione di mercato e per volumi.
Secondo quanto riportato da Tether sul suo sito ufficiale, ci sarebbero dei retroscena interessanti. O comunque delle coincidenze molto curiose.
La storia arriva dall’accordo che nel febbraio 2021 Tether ha raggiunto con la procura di New York. Pagamento di 18,5 milioni di dollari di multa, interruzione dei rapporti con i residenti a New York e obbligo di pubblicare report sulle riserve con cadenza trimestrale.
Coindesk ha richiesto, grazie al Freedom of Information Act, accesso alla documentazione riguardante il primo di questi report. Richiesta che inizialmente aveva incontrato l’opposizione di Tether, a tutela dei propri clienti e della propria sicurezza. Opposizione poi ritirata, con Coindesk che è entrata in possesso della documentazione proprio ieri, giovedì 15 giugno. Documentazione che però non è stata ancora pubblicata da Coindesk.
In una giornata che sembrava dunque essere quella ideale per un po’ di FUD, è arrivato l’attacco. Coincidenze? Possibile, ma non per Tether.
Troviamo sospetto che l’attacco di oggi a USDT, sia tramite DeFi sia tramite exchange centralizzati, sia avvenuto nello stesso giorno in cui veniva consegnata la documentazione a CoinDesk. Il tempismo solleva dei dubbi. Allo stesso modo, Tether non ha nulla da nascondere e abbiamo il massimo della fiducia sull’accuratezza dei nostri report finanziari. […] Mentre non possiamo contare su un giornalismo equo da CoinDesk, che ha frequentemente travisato la posizione di Tether sul mercato a favore del suo competitor principale, li invitiamo a lasciare la loro partigianeria da parte e a occultare i nomi di clienti passati o presenti e non mettere così nessuno a rischio digitale o fisico nella community.
Accuse certamente gravi. La palla ora passa a CoinDesk, per un mistero che si fa sempre più fitto.
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