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GIAPPONE CRYPTO PRESSIONI

Rivoluzione crypto in Giappone | Chiesto abbassamento limiti

In Giappone la locale associazione che cura gli interessi degli exchange vuole cambiare tutto.

Novità bullish dal Giappone. Secondo quanto è stato riportato da Bloomberg, gli exchange del Paese del Sol Levante sarebbero pronti a chiedere alla località authority di vigilanza sui mercati la possibilità di offrire prodotti a leva e a margine ai propri clienti. Nel caso in cui questa apertura dovesse essere garantita, si tratterebbe di un importante ammorbidimento delle condizioni di trading per gli appassionati con residenza in Giappone.

Si chiederebbe infatti di passare ad un sistema a leva da 4x a 10x, mentre per il momento è consentito esclusivamente operare su livelli di leva 2x, in linea anche con le normative europee imposte da ESMA.

Non sembrerebbe essere chiaro per il momento di che tipo di appoggio abbiano bisogno gli exchange per ottenere questo ammorbidimento, né quali siano le intenzioni dell’authority locale di vigilanza sui mercati, FSA. La stessa FSA che ha confermato che le motivazioni per un allargamento di questo tipo dovranno essere parecchio convincenti.

Crypto exchange alla riscossa in Giappone: vogliono più leva

Il Giappone è storicamente uno dei primi paesi ad aver regolamentato in dettaglio sia la compravendita sia il trading di Bitcoin e criptovalute. Normative piuttosto restrittive, che però in momenti di crisi come quello di FTX hanno significato anche maggiori tutele per i clienti con residenza in Giappone.

Le restrizioni riguardano anche i prodotti a leva, con i clienti giapponesi degli exchange che possono accedere soltanto ad una leva massima di 2x.

Riformare la legge sulla leva permetterebbe al Giappone di diventare più attrattivo per le compagnie crypto e blockchain.

Questo il commento di Genki Oda, che guida l’associazione che raccoglie gli operatori del settore crypto asset, gli exchange, a Tokyo.

Tutto questo in uno scenario – già noto ai nostri lettori – di volumi globali in forte riduzione già dal 2022 e con il 2023 che si sta configurando come una sorta di annus horribilis per tutti i soggetti coinvolti.

Non è chiaro per il momento quali siano le effettive possibilità di un ammorbidimento di queste norme in Giappone, paese che come abbiamo già detto è stato caratterizzato da un atteggiamento di cautela estrema da quando il mercato crypto si è installato anche a Tokyo.

Leva giappone nuova

Impossibile pensare lo stesso in Europa

A imporre certi limiti in Europa è ESMA, che per le criptovalute impone una leva massima di 2x per i soggetti che operano all’interno dei confini europei. Limiti che sono i più rigorosi per i mercati finanziari.

Le coppie principali del Forex possono essere soggette, anche per i clienti retail, ad una leva massima di 1:30, mentre sulle commodities più importanti anche di 1:20. Si scende poi a 1:10 e 1:5 per altri prodotti finanziari, anche se dovessero presentare dati alla mano gli stessi rischi e la stessa volatilità di Bitcoin e mondo crypto.

Per il momento però, mancando anche pressioni dagli operatori del settore, sembrerebbe impossibile superare questi limiti, che per qualcuno – compreso chi vi scrive – contribuiscono a rendere più attrattive realtà offshore che invece a tali limiti non sono sottoposte.

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jacopo
jacopo
1 anno fa

grandi jappi! se qualcuno ancora non s’era giocato le mutande col pachinko adesso se le può giocare con le leve 10x!
A quando le 100x, roba da veri degen? Eh? Eh?
Ma poi soprattutto ci si lamenta quando la stampa dice che le crypto sono un gioco d’azzardo… usando certe leve non sono UN gioco d’azzardo, sono IL gioco d’azzardo – almeno le probabilità sono molto migliori che al lotto 😀
Poi oh, contenti voi, contenti tutti 😉