Nuovo carburante per la narrativa pro crypto in Cina. Un rimpasto ai vertici di Alibaba ha portato nelle posizioni di comando personaggi da tempo legati al mondo crypto e che hanno anche investito in passato in importanti (o ex-importanti) società del settore.
A rivestire il ruolo di presidente sarà Joe Tsai, che a titolo personale ha già investito con il suo family office in FTX – cosa che emersa durante le indagini per il fallimento della società – e che non ha mai fatto mistero della sua attrazione, anche in termini di investimento, nel settore crypto.
Si tratta di una notizia importante e che ci racconta uno spaccato della società finanziaria cinese che forse arriva poco dalle nostre parti. Nonostante il crackdown della Repubblica Popolare, ai vertici delle sue società più importanti continuano ad esserci persone che hanno un discreto grado di apertura per queste tecnologie.
Secondo quanto è emerso dalle indagini per il fallimento di FTX, Joe Tsai sarebbe stato tramite il suo family office Blue Pool Capital, investitore diretto in almeno due round di finanziamento di FTX, exchange ormai passato a miglior vita e che ha lasciato un buco di svariati miliardi di dollari.
L’altro legame sottolineato da Coindesk tra Tsai e il mondo cripto riguarda la sua proprietà dei Brooklyn Nets, squadra che vede due giocatori direttamente coinvolti in sponsorship del mondo crypto, come Kevin Durant e Spencer Dinwiddie.
Certo, per queste ultime questioni si tratta di legami molto fiacchi, ma sarà l’investimento in FTX a far discutere chi si appassiona di retroscena politici e geopolitici sul mondo delle cripto.
La Cina infatti rimane al centro delle narrative di una possibile ripartenza del settore trainata dall’Estremo Oriente, narrativa alla quale ha partecipato anche la recente apertura a Hong Kong del trading per i clienti retail degli exchange.
Tessere di un puzzle che però, lo diciamo per la cronaca, potrebbe anche non esistere. La Cina continua ad essere comunque un paese piuttosto serrato nei confronti del settore – e accedervi da normali cittadini è praticamente impossibile, almeno legalmente.
Anche la questione di Hong Kong, per quanto si tratti di una parziale riapertura al mercato crypto e Bitcoin, rimarrà da valutarsi una volta che avrà prodotto effetti concreti.
In realtà Alibaba corteggia il settore ormai da tempo. La suadivisione cloud ha importanti accordi con Avalanche e lo stesso gruppo sembrerebbe essere interessato a diversi aspetti di questo mercato.
Da qui a pensare un supporto per le cripto lungo i diversi servizi offerti del gruppo però ce ne passa. Rimane però importante vedere come nonostante un crack tra 2021 e 2022 in grado di allontanare anche i più fiduciosi, siano in molti tra i personaggi di rilievo nel mondo delle aziende e della finanza di carattere globale ad essere ancora molto vicini al comparto.
Che sia un buon segno per un ritorno sulla cresta dell’onda anche in Cina? Crediamo che questo non sia possibile sul breve, ma sperare, vi direbbe qualcuno, non costa nulla.
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