Deutsche Bank non è certo nuova alle sortite nel mondo crypto. In pochi però si sarebbero immaginati di vederla richiedere una licenza per la custodia di asset digitali a BaFIN, la CONSOB della Repubblica Federale Tedesca. E invece, a pochi giorni dall’impegno di Blackrock, arriva quello di un altro grande gruppo del mondo finanziario tradizionale.
La grande banca tedesca, tra le più importanti al mondo, se otterrà licenza potrà offrire servizi di custodia per gli asset digitali, categoria che chiaramente include anche Bitcoin e le criptovalute, in una mossa che a nostro avviso sarà soltanto la prima di un settore bancario europeo che, finalmente, sta rendendosi conto della situazione.
Un colpo duro per chi credeva il settore morto, almeno per gli istituzionali, dopo l’orribile 2022 e dopo che diversi dei top player crypto-native sono o falliti, o in condizioni di enorme difficoltà. Le cose, a quanto pare, stanno diversamente da quanto riportato dai profeti di sventura.
Deutsche Bank ha richiesto a BaFIN, che in Germania svolge un ruolo simile a quello di CONSOB, di ottenere licenza per la custodia di asset digitali e dunque anche di crypto e Bitcoin. La notizia, riportata da Bloomberg, è stata anche confermata da un portavoce della banca:
Posso confermare che Deutsche Bank ha richiesto a BaFIN licenza per la custodia di asset crypto.
Una notizia che avrà certamente preso in contropiede chi credeva che il mondo istituzionale mai sarebbe tornato a fare capolino nel mondo crypto. E che tanti legami nati durante l’ultima bull run si sarebbero definitivamente liquefatti.
Non sembrerebbe essere così. Soltanto qualche giorno fa Blackrock ha richiesto approvazione per un ETF Bitcoin Spot e molti altri gruppi di un certo spessore sembrerebbero essere in procinto di fare lo stesso.
Interessante però che questa volta ci si stia muovendo nel settore bancario di primo profilo e in particolare di quello europeo, mediamente più aperto di quello statunitense alle novità del mondo crypto e Bitcoin, ma da molti ritenuto ancora troppo lontano da operazioni di questo tipo.
In realtà sembra che ci sia, dietro questa specifica mossa, anche la necessità di aumentare introiti e profitti per la divisione bancaria del gruppo, che come tutte le divisioni bancarie dei grandi gruppi non può più contare sui profitti da capogiro degli scorsi decenni.
Poco male comunque: rimane il fatto che la legittimazione che questa mossa offrirà al mondo crypto e Bitcoin presso il grande pubblico sarà forse seconda a nessuno.
Deutsche Bank ha fatto parte del nucleo di banche in rivolta contro le regole sulle crypto in ambito europeo e i suoi analisti si sono espressi più volte con toni piuttosto concilianti verso il mondo di cui ci occupiamo ogni giorno sulle nostre pagine.
Staremo a vedere se l’offerta di servizi di custodia sarà in grado di attirare altri istituzionali. In Europa sono già diversi i gruppi crypto-native che offrono questo tipo di attività. Che le banche siano comunque preferibili? Vedremo la reazione del mercato e poi potremo offrire la nostra analisi.
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