Un nuovo exchange gestito da grandi banche e grandi fondi? Sì, la notizia è vera, anche se sta circolando non esattamente raccontando la verità. In mezzo ci sono grandi nomi, da Citadel a Fidelity e anche Charles Schwab. Almeno uno di questi gruppi stava già preparando un crypto market e tutti e tre hanno già dei trascorsi con il mercato.
Non si tratterà però di un exchange in senso proprio, almeno nel senso che potremmo immaginarci noi investitori retail. Si tratterà di uno scambio destinato agli investitori istituzionali e ai broker, che non prevederà custodia e che non avrà come target l’investitore privato.
Una sorta di piattaforma market maker con accesso molto limitato e che fornirà una base di appoggio a tutti gli specialisti della finanza che hanno bisogno di accesso al mercato crypto e non vogliono passare dagli exchange classici. Sarà operativo, tra le altre cose, negli Stati Uniti, dove ormai l’assalto della finanza tradizionale e quasi tradizionale al mondo crypto sembra essere definitivo.
Si chiama EDX Market, in realtà è già partito e ha già registrato scambi sulla sua piattaforma nelle scorse settimane, almeno secondo quanto è stato riportato da The Wall Street Journal.
È un exchange non custodial: non ha in cassa le criptovalute che i clienti si scambiano, ma registra semplicemente gli scambi tra agenti che partecipano alla piattaforma, con lo scambio che è poi gestito, appunto, dai partecipanti stessi.
Manca ancora quella che in gergo tecnico è una clearing house, ovvero un intermediario che a fine giornata di scambio saldi crediti e debiti e chiuda ogni tipo di conto tra i partecipanti al mercato, che però è previsto entro la fine dell’anno, con il ruolo che sarà appunto rivestito dalla stessa EDX.
Si tratta di una finanziarizzazione pura dei crypto asset, una sorta di risposta istituzionale al gran caos innescato a partire da metà 2022 con il caso Terra Luna e che poi ha finito per travolgere diversi altri attori del mercato crypto, a partire da FTX.
L’exchange non sarà un exchange in senso proprio, perché non ha alcuna intenzione di servire gli investitori singoli. Gli ordini sono raccolti da broker che avranno poi il contatto diretto con chi è interessato all’acquisto.
Un modello, come correttamente ricordato da WSJ, che ricorda quello dei mercati azionari, per quanto anche EDX non sia regolamentato in senso stretto.
Un modello che tra le altre cose dovrebbe piacere a Gary Gensler? Non è detto. Gensler ha infatti contestato la struttura tipica dei mercati crypto, dove la stessa entità finisce per essere sia investitore in alcuni progetti, sia scambio, sia custodia. In questo caso di investimenti da parte di Fidelity e Citadel ce ne sono nel mondo crypto – e dunque fatta salva la custodia non cambierebbe poi molto. Se non forse in termini di contatti con il mondo della finanza che conta da parte di questi tre soggetti.
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