Il Fondo Monetario Internazionale, all’interno di una più ampia campagna a favore delle CBDC, le valute digitali delle banche centrali, torna a parlare anche di criptovalute – e lo fa specificatamente in relazione alla situazione in Sud America. Un continente dove gli atteggiamenti verso questa specifica categoria di asset sono diversi, se non apertamente contrastanti.
E lo fa con una bugia: si parla delle limitazioni in Argentina su questi asset facendo finta che dietro il quasi-ban non ci sia la longa manu di IMF, una longa manu che non appartiene alle nostre fantasie, ma che è stata messa nero su bianco qualche tempo fa.
Quando? Quando prima dell’approvazione di un piano di salvataggio da 45 miliardi di dollari fu imposto all’Argentina, al fine di tutelare la stabilità finanziaria, di scoraggiare l’utilizzo di criptovalute per prevenire il riciclaggio di denaro, l’economia informale e la disintermediazione. In altre parole, viene fatto passare come iniziativa propria un atto di bullismo alla cui accettazione fu collegata l’approvazione di un prestito che avrebbe dovuto salvare il paese.
Giano Bifronte era una curiosa divinità del Pantheon Romano, che come è facilmente desumibile dal nome, aveva non una, ma due facce. Divinità che sembrerebbe essere piuttosto popolare anche dalle parti del Fondo Monetario Internazionale, che proprio ieri ha pubblicato un altro approfondimento sul mondo crypto, dove si parla di adozione in America Centrale e in America del Sud. Di interessante c’è quanto viene scritto riguardo l’Argentina:
…altri paesi come l’Argentina e la Repubblica Dominicana hanno proibito l’utilizzo delle criptovalute per preoccupazioni riguardo il loro impatto sulla stabilità finanziaria, sulla sostituzione della valuta, sull’evasione fiscale e sul riciclaggio di denaro.
I più attenti dei nostri lettori – e quelli con una memoria più sviluppata, troveranno queste parole familiari. E infatti erano parte, quasi parola per parola, della lettera di intenti che siglava l’accordo tra Argentina e IMF. Lettera firmata dalla direttrice di IMF Ms. Kristalina Georgieva. Nella lettera, che potete leggere qui si poteva leggere:
Per salvaguardare ulteriormente la stabilità finanziaria, stiamo prendendo decisioni importanti per scoraggiare l’uso delle criptovalute, al fine di prevenire il riciclaggio di denaro, l’economia informale e la disintermediazione.
Una sorta di copia-incolla, che è stato spacciato però nell’ultimo studio di IMF come una decisione autonoma dell’Argentina. Decisione che autonoma però non era, perché all’accettazione delle condizioni erano subordinati 45 miliardi di prestito per salvare le sconquassate casse pubbliche del paese.
C’è spazio anche per contestare quanto sta avvenendo a El Salvador.
L’esperienza di El Salvador con Bitcoin suggerisce la presenza di rischi nell’adottare crypto asset senza ancoraggio [alle valute fiat, NDR] – quelle che hanno un prezzo determinato da domanda e offerta e non dall’ancoraggio ad altri asset e che sono soggetti ad una volatilità sostanziale – anche quando sono esplicitamente supportate dal governo. Un’indagine del 2022 suggerisce che Bitcoin non è ancora accettato largamente come mezzo di scambio a El Salvador, nonostante lo status di valuta avente corso legale e nonostante i sostanziali incentivi governativi.
Sul cammino di El Salvador si potrà anche avere ragione, ma paragonare la situazione del paese con quella argentina è esercizio per le menti più fantasiose. Bitcoin ha recentemente fatto registrare un nuovo massimo storico contro il peso Argentino, ancora una volta in caduta libera nonostante le precauzioni imposte da IMF per la stabilità finanziaria del paese. I grafici parlano più di mille analisi.
Che IMF abbia degli interessi politici chiari nella vicenda non dovrebbe essere un mistero né una sorpresa per nessuno. IMF sta spingendo per le CBDC, partecipando anche attivamente a progetti che vedono coinvolta anche Banca d’Italia.
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