È finalmente disponibile il secondo report intermedio dei curatori fallimentari di FTX, interessante perché indica diverse pratiche che erano diventate la normalità nei rapporti tra le diverse entità del gruppo e che sono state, con ogni probabilità, parte del problema che ha portato alla scomparsa dell’exchange.
Denari dei clienti utilizzati per l’acquisto di proprietà (tante) alle Bahamas, un reticolo di società ancora oggi molto difficile da ricostruire e una certa disinvoltura nell’utilizzare conti in banca intestati a diverse entità per spese anche importanti.
Il tutto condito da donazioni politiche, a enti benefici e da altri tipi di operazioni che sono servite per aumentare il prestigio di Sam Bankman-Fried presso certi circoli, il tutto a spese degli ignari clienti, che oggi devono fare i conti con un buco che si avvicina ai 10 miliardi di dollari.
Le notizie date anche dalla stampa specializzata non hanno contribuito alla comprensione della realtà della procedura fallimentare di FTX. È vero che sono stati recuperati 7 miliardi ma complessivamente. Quanto riportato ieri anche da agenzie di stampa molto prestigiose ha causato delle confusioni che poi si sono trascinate, come prevedibile, anche su Twitter.
Quello che sappiamo ad oggi è che FTX sarebbe titolare di circa 7 miliardi di dollari in asset, non tutti liquidi, e che questi comunque non sono sufficienti per coprire gli ammanchi.
Secondo il documento la commistione tra i diversi fondi e conti in banca era totale. I conti di certe società raccoglievano denaro che poi, anche in forma di prestito, arrivava ad altre entità del gruppo, contribuendo ad una confusione che non è stata ancora normalizzata dai costosi legali e specialisti che stanno gestendo la procedura fallimentare.
Questi fondi sono stati utilizzati anche per acquistare una quantità di proprietà immobiliari importante alle Bahamas, oltre la mansion dove viveva SBF con il gruppo di dirigenti di FTX. Più di 30 proprietà, da un valore minimo di 875.000 dollari fino ai 17,5 milioni per Ocean Terrace.
Non è chiaro quanto siano liquide oggi queste proprietà e quanto si potrebbe ottenere dall’eventuale vendita.
Le donazioni ai politici sono state importanti per entità, dato che supererebbero i 100 milioni di dollari. Una somma elevata tenendo anche conto del ristretto orizzonte temporale all’interno del quale sono avvenute certe operazioni.
Tali donazioni sarebbero state fondate tramite prestiti intra-societari, al di fuori della regolarità e che avrebbero previsto anche l’impiego di fondi dei clienti.
I prestiti sarebbero stati anche a favore di dirigenti senza che ci sia però documentazione a dimostrarne motivazioni, modalità di restituzione e impiego dei capitali. Segno, secondo i curatori, che si sarebbe trattato di prestiti soltanto sulla carta.
La buona notizia per chi attende ancora somme importanti da FTX è che i curatori fallimentari hanno affermato che prevedono il recupero di altre somme nel breve periodo.
Somme che andranno ad aggiungersi ai 7 miliardi circa che sono già a disposizione della società. Tuttavia i tempi saranno complessivamente lunghi, e con le commissioni e le parcelle che viaggiano intorno ai 40 milioni di dollari al mese, c’è la seria possibilità che una parte considerevole di questi fondi finisca per pagare le spese per la gestione.
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