Bankitalia avrà un nuovo governatore e sarà una vecchia conoscenza del mondo crypto e Bitcoin. A prendere la guida di via Nazionale sarà infatti Fabio Panetta, ora in forza a BCE e tra i critici più feroci a Francoforte tanto di BTC quanto del resto del comparto, che ritiene essere nel complesso costituito soltanto da asset speculativi e ad alto rischio.
Fabio Panetta non ha fatto mai mistero della sua volontà di spingere l’Euro Digitale, istanza che probabilmente dopo l’assunzione della carica in Via Nazionale porterà anche ai piani alti di Banca d’Italia, istituto che prima dell’arrivo di Panetta sembrava invece proiettato nell’esplorazione dei possibili casi d’uso di DLT e blockchain.
Per capire di che tipo di persona parliamo, riassumeremo due dei suoi più famosi interventi a difesa delle valute delle banche centrali e, contestualmente, anche contro Bitcoin e crypto.
L’ultimo degli interventi in ordine temporale del futuro governatore di Banca d’Italia a tema Bitcoin e crypto risale soltanto a qualche giorno fa. È avvenuto alla Conferenza annuale di BIS, la Bank of International Settlements, quella che avrete già trovato citata come Banca Centrale delle Banche Centrali, altro istituto che non nutre molta simpatia nei confronti di Bitcoin. Abbiamo già commentato l’intervento in modo dettagliato qui e lo riassumeremo in questo nuovo approfondimento.
La narrativa dell’oro digitale = Bitcoin sarebbe nata in virtù di un fallimento. Bitcoin avrebbe infatti fallito, secondo Panetta, come cash digitale, obiettivo primario quando è stato creato da un gruppo di programmatori – anche questa è una rivelazione! – che pubblicavano codice sotto lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto.
Sempre secondo Fabio Panetta la grande volatilità del prezzo delle criptovalute e di Bitcoin sarebbe segnale inequivocabile della totale assenza di valore intrinseco. Il prezzo sarebbe pertanto agitato soltanto dai capricci degli speculatori.
Gli stablecoin sono pericolosi, e lo sono (anche?) per il sistema. Secondo Panetta potrebbero sostituire le valute delle banche centrali e questo andrà ostacolato. E per questo Panetta è contrario a permettere agli stablecoin di avere eventualmente riserve presso account nelle banche centrali, potendo così accedere a condizioni pari a quelle delle banche a liquidità e a rendimenti quasi privi di rischi. Una posizione che se difenderà la sovranità monetaria di BCE, al tempo stesso priverà gli utenti di un buon grado di sicurezza aggiuntivo.
In realtà il neo-governatore di Banca d’Italia si è espresso con una certa frequenza su Bitcoin e crypto. Uno dei suoi interventi più popolari e conosciuti risale allo scorso maggio, un intervento a pochi giorni dalla crisi di Terra Luna, che ha servito sul piatto d’argento diverse argomentazioni ai detrattori dell’intero ecosistema.
E questo sarebbe evidente appunto dal crack, allora fresco, di UST di terra Luna. La posizione di Panetta però, a leggere almeno quanto scritto pochi giorni fa, sembrerebbe essere cambiata.
E su questo siamo d’accordo, ma lo saremmo anche se si parlasse di azioni
La crisi di maggio fu occasione anche per beccare Tether, che perse momentaneamente la parità in seguito al grande trambusto arrivato sul mercato. Questo però è ormai storia: Tether ha ampiamente recuperato il proprio peg con il dollaro ed è oggi una realtà finanziaria solida, e che on chiede sconti alle banche centrali.
Bitcoin comunque può ignorare quanto pensa Fabio Panetta. I blocchi, nonostante un avvicendamento pericoloso in via Nazionale, continuano a essere prodotti.
Tutto funziona come prima e – qui scriviamo la nostra previsione – continuerà a funzionare come ha sempre fatto. E se non lo farà, non sarà di certo per l’avversione di Fabio Panetta. Buon lavoro, Governatore.
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Ragazzi più che per bitcoin mi preoccuperei per Bankitalia, chissà quanti danni farà e di che portata. Ma che importa tanto metteremo tutto a posto noi con i nostri soldi. Andiamo al mare che è meglio dato che è vicino.