Blackrock potrà essere una salvezza per gli exchange? La storia è complicata, ha bisogno di essere spiegata in dettaglio anche dati alla mano e dovrebbe avere, al contrario di quanto si sta leggendo in giro, un respiro temporale più ampio.
I dati parlano chiaro: negli ultimi 13 giorni, ovvero nel post richiesta di accettazione dell’ETF Bitcoin Spot di BlackRock – c’è stato un leggero recupero dei volumi sugli exchange, questione dalla quale dipende per una parte preponderante il monte di introiti che riescono ad incassare. La fine di un periodo di secca durato ormai almeno 2 mesi? Troppo presto per dirlo, almeno a nostro avviso.
La situazione degli exchange, che abbiamo descritto nei particolari anche sul nostro Magazine – continua ad essere complicata – e probabilmente se dovesse essere approvato l’ETF di BlackRock, continuerà a complicarsi. Anche se non per tutti.
Partiamo da un dato che ci viene fornito da The Block: la media mobile sui 7 giorni dei volumi registrati presso gli exchange centralizzati è in rialzo. In parole molto povere, ci sono stati più scambi presso gli exchange, cosa che ha un impatto diretto, aggiungiamo noi, anche sui loro introiti.
Tutto questo – è facilmente desumibile dal grafico – dopo due mesi particolarmente flosci, con scambi ridotti ai minimi pre-2021 e che aveva destato più di qualche preoccupazione, almeno tra i più attenti.
A spingere per il recupero di questi volumi è stata la particolare situazione che è venuta a crearsi dopo la richiesta di approvazione per un ETF Bitcoin Spot da parte di BlackRock, richiesta che sembrerebbe avere le carte in tavola per essere approvata – o comunque più possibilità di farlo rispetto a quelle che precedentemente erano state rifiutate.
È vero che la richiesta di BlackRock ha sortito degli effetti importanti sui mercati, tanto in termini di volumi quanto in termini di prezzi. Tuttavia la questione, almeno per quanto concerne gli exchange, va rivalutata anche con un orizzonte temporale più ampio.
Nel caso in cui BlackRock dovesse vedersi approvare la richiesta per l’ETF Spot, finirà per erodere una quota di mercato degli exchange, almeno negli Stati Uniti. Non sarà probabilmente una quota cruciale, ma in un contesto di volumi bassi che dovesse proseguire, potrebbe esercitare ulteriore pressione.
Coinbase ad esempio farà parte della questione BlackRock, in quanto farà da custode dell’ETF, o meglio del suo portafoglio, nel caso di approvazione dell’ETF stesso.
Altri exchange hanno attività alternative – e dipendono dai volumi di scambio meno degli altri. Tuttavia la questione andrà monitorata (lo faremo anche su Criptovaluta.it) – e andrà considerata senza farsi abbindolare da un aumento dei volumi che, almeno per ora, è tutto fuorché duraturo.
Almeno per gli intermediari, il vero bear market è stato nei volumi, che dopo una “falsa ripartenza” ad inizio anno sono piombati sul livelli che non si vedevano da tempo.
Con le pressioni del regolatore americano – e quelle di altri regolatori in giro per il mondo – la partita degli intermediari non sembra essersi ancora chiusa.
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