Se in Cina arriva un auto-dichiaratosi nemico di Bitcoin alla guida della Banca Centrale – [qui la notizia di oggi] – a Hong Kong si continua a fare qualche passo in avanti. Questa volta non si parla di trading, che è stato riaperto in misura limitata lo scorso 1 giugno, ma di un impegno governativo per aprire le porte al Web3.
Il governo locale di Hong Kong ha annunciato il 30 giugno la nascita di una Task Force che avrà come obiettivo quello della promozione dello sviluppo del Web3, che sarà guidata dal locale segretario per gli Affari Finanziari, una sorta di MEF ma a Hong Kong.
Al suo interno ci saranno, tra le altre cose, diversi membri del governo e burocrati di alto profilo, così a sottolineare l’importanza che Hong Kong vorrebbe riservare al settore. E come cambierà, un impegno del genere, la posizione di Hong Kong all’interno del mondo crypto?
Blockchain e Web3: a Hong Kong nasce una task force governativa
Chi farebbe il Web3 senza il governo? A quanto pare nessuno, almeno secondo il punto di vista di Hong Kong. La città-stato ha annunciato la nascita di una Task Force che avrà come obiettivo lo sviluppo del Web3 e delle tecnologie su blockchain all’interno del suo territorio.
La tecnologia Web3 ha come sottostante la blockchain che ne garantisce la disintermediazione la sicurezza, la trasparenza. Ha il potenziale di risolvere molti problemi del mondo della finanza, degli scambi, delle operazioni business e anche della vita di tutti i giorni.
Questo il messaggio del Segretario delle Finanze Paul Chan, che ha poi aggiunto:
Hong Kong è un centro finanziario internazionale e una metropoli che ha grande considerazione di innovazione e finanza e che vuole abbracciare questo megatrend dello sviluppo Web3.
E si è finiti anche a parlare di… regolamentazioni:
Bilanciando una regolamentazione appropriata e sviluppo, Hong Kong vuole guidare l’esplorazione innovativa e lo sviluppo, creare nuovi modelli applicativi e attirare compagnie top e talenti per la costruzione di un grande ecosistema. Con la Task Force che raduna leader politici e professionisti del settore, credo che Hong Kong riceverà i consigli appropriati per diventare un hub Web3.
Un messaggio chiaro – che riguarda anche il mondo crypto – il riferimento è chiaro anche alle recenti aperture al trading, e che rende chiaro l’intento di Hong Kong di candidarsi a diventare uno degli hub Web3 e crypto a livello globale.
Non esiste soltanto l’AI
Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da un’attenzione intensa e particolare per il mondo dell’intelligenza artificiale, con le aziende del settore che anche in termini di start up stanno raccogliendo quote importanti di un mercato che un tempo riguardava anche le aziende blockchain.
Al contrario però di quanto vorrebbero raccontare certi profeti di sventura, si continua ad investire anche sul Web3 e sul mondo crypto, per quanto l’ultimo anno sia stato terribile almeno sul fronte del prezzo. E questa recente apertura di Hong Kong sembrerebbe confermare quanto diciamo.
Staremo a vedere se Hong Kong, anche approfittando dei sonni semi-eterni di altre giurisdizioni, riuscirà effettivamente ad attirare talenti, aziende e specialisti – e ad assumere un ruolo di guida anche a livello internazionale.