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CROLLO NFT DATI

Crash mercato NFT | A picco migliori collezioni. Che succede?

Sofferenza enorme per il mercato NFT. Dati impietosi che parlano di crisi difficile da invertire.

Hanno vinto quelli che hanno sempre ritenuto l’intera baracca dei NFT una bolla speculativa o poco più? Forse troppo presto per dirlo, ma i dati degli ultimi 3 mesi sono assolutamente impietosi e raccontano di una situazione di crisi anche in contro-tendenza rispetto all’andamento del mercato crypto in generale.

Sono in pochissimi a tenere: BAYC, Bored Ape Yacht Club, perde in media il 50% del floor price in 90 giorni, le Mutant fanno anche peggio e anche dalle parti dei CryptoPunks le cose non sembrerebbero essere granché migliori. Stazione finale per il mondo dei NFT oppure naturale ciclo che ridurrà lo strapotere dei progetti un tempo più ricchi?

I dati ci raccontano una storia complicata, che proveremo a riassumere all’interno di questo mini-speciale – per un mondo che, in termini di denaro che gira, sta soffrendo più del mercato crypto in quanto tale.

Giù quasi tutti i top NFT: che succede?

I dati che sono raccolti da NFT Price Floor sono impietosi e parlano di evidente crisi aperta sia per quanto riguarda le vendite sia per quanto riguarda il floor price, ovvero il prezzo minimo con il quale ci si può portare a casa un pezzo di una determinata collezione di NFT.

COLLEZIONEVARIAZIONE FLOOR PRICE IN 90 GIORNI
CryptoPunks-25%
Bored Ape Yacht Club-50%
Mutant Ape Yacht Club-56%
DeGods-9%
Azuki-48%
Otherdeed for Otherside-61%
The Sandbox-39%
Variazioni sostanziali

I dati che si possono ricavare sono due. Il primo è che a soffrire più di tutti è l’ecosistema legato al mondo di Bored Ape Yacht Club. Soffre non solo la collezione principale, ma anche tutto il corredo fatto di Mutant e di Otherdeed for Otherside ,ovvero gli appezzamenti di terreno virtuali per quello che sarà il metaverse/gioco dell’ecosistema.

Il secondo dato è che sono in discreta sofferenza anche altri progetti storicamente forti. CryptoPunks rispetto al resto tiene. Azuki soffre le conseguenze di recenti decisioni e anche il materiale in forma di NFT per The Sandbox non se la passa benissimo.

Crisi momentanea o rivoluzione nel mercato?

Siamo davanti a cali importanti e che sono in controtendenza con i movimenti più recenti del mondo crypto e Bitcoin. E questo dovrebbe essere un campanello di allarme. Saranno finiti i soldi facili, saranno finiti i capitali ricavati dall’ultima incredibile bull run o sarà finita l’attrattiva di certi progetti che, pur essendo al top, oggi sono solo simbolo di uno status che nessuno vuole più permettersi?

FLOOR PRICE ANALISI
Grande crisi per i NFT – quanto durerà?

Per quanto i dati siano – e lo abbiamo ammesso noi stessi – particolarmente impietosi, rimane il fatto che i floor price dei progetti di cui sopra rimangono molto elevati. E che forse siamo ancora lontani dall’esplosione della bolla, ammesso che lo sia.

Chissà se ci sarà spazio per nuovi progetti che arriveranno in top, oppure se le PFP, le immagini profilo in forma di NFT da decine di migliaia di dollari saranno uno dei lontani ricordi che ci porteremo negli anni di questa bull run ormai più che terminata. E con gli orsi che sembrano in grado di aggredire più che le cripto… il mercato NFT.

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ghibly79
ghibly79
1 anno fa

E’ roba liberamente inflazionabile in risposta alla domanda: anche gli nft “rari” non sono esenti da questa dinamica: creare nuove collezioni contenenti nuovi pezzi “rari” diluisce la domanda per questa “rarità” e costa zero o quasi zero al creatore. Il mero marketing e il “marchio” possono fare solo un tot. Non è come dire un dipinto di Michelangelo, che non è replicabile, e anche se arriva un artista con la stessa abilità o migliore ormai non ha lo stesso impatto perché siamo in un altro momento storico, con tecnologie differenti a disposizione.
E quando qualcosa è liberamente inflazionabile a costo zero in risposta alla domanda… beh… 😉

jacopo
jacopo
1 anno fa

punks e bored apes torneranno a livelli ben più alti di prima, il 90% del resto andrà a zero. Voi non avete ancora ben capito cosa sono i collezionisti, e quanto sono disposti a pagare quando l’originialità di un pezzo è certificata dalla blockchain – molto più efficiente dei critici d’arte (prezzolati o incompetenti che siano). Perchè solo punk e apes? Perchè sono stati i primi – e i primi non saranno mai come i secondi o i terzi per un collezionista 🙂

Coviddi
Coviddi
1 anno fa
Reply to  jacopo

Ho capito quel che dici, e il mercato tradizionale dell’arte comprova il tuo ragionamento.
Ora anche “quando i tempi saranno maturi” per l’arte digitale, tu investiresti in un bene estremamente tracciabile (in quanto non fungibile) oltre che illiquido?
Io personalmente, no.

PS. La non fungibilità non lo rende tracciabile ma nessuno ha mai fatto i soldi tenendosi nascosto un Monet. Si è solo tenuto un Monet. (Cosa che invidio tuttavia ok)

jacopo
jacopo
1 anno fa
Reply to  Coviddi

personalmente no, se avessi quelle cifre non le userei mai per un punk e tantomeno una bored apes. A me i collezionisti hanno sempre fatto un misto tra la tristezza e la compassione, da quelli di monete a quelli di opere d’arte a quelli di figurine o francobolli, ma è un mondo grande ed ognuno può fare un po’ quello che vuole. Il fatto che io non sia un collezionista non vuol però dire che non ce ne siano, e ormai da quello che sento si fidano molto di più della blockchain che dei critici / degli autenticatori di mestiere. Troppi scandali negli ultimi anni. Una carta di Magic della prima serie, il Black Lotus, vale decine di migliaia di euro se tenuta bene… i falsari si leccano i baffi 🙂

ghibly79
ghibly79
1 anno fa
Reply to  jacopo

La blockchain non certifica una beneamata fava, conferisce solo immutabilità ai dati una volta inseriti (sempre che la blockchain in sé sia pubblica e credibilmente immutabile, ovviamente). Nulla vieta ai creatori di queste collezioni di creare 1 miliardo di altri NFT che puntino alla stessa immagine ad esempio (ti devi fidare di loro, totalmente centralizzato). E’ improbabile che facciano una cosa del genere ma possono invece creare altre collezioni a piacere, con nuovi pezzi “rari” dentro. Per quanti soldi circolino tra i collezionisti alla fine finiscono, mentre creare nuove collezioni non costa praticamente nulla, e quindi….. 😉
La blockchain proprio non cambia nulla di questa dinamica, anzi è molto peggio perché perlomeno con le opere fisiche, per quanto idiote e facili da produrre in certi casi come la banana incollata con lo scotch al centro di una tela, hanno più vincoli rispetto ad un NFT.