I recenti problemi legali di Binance sono stati un duro colpo per l’exchange, che dopo la mossa di SEC si è trovato sotto a lente di ingrandimento in diverse giurisdizioni, anche in Europa. Ne è conseguito un abbassamento importante del marketshare, anche se la storia, per chi è capace di guardare le cose da una certa distanza, è più complicata di così.
La notizia, che è stata diffusa dalle indagini di Kaiko Research, racconta di un exchange che rispetto a fine 2022 ha perso il 10% dei volumi sui derivati perp. Il che è vero. Ma perché limitarsi a quanto avvenuto da dicembre 2022 a oggi per capire cosa sta succedendo al mercato e ai suoi player più importanti, ovvero gli exchange?
La verità è che Binance si trova ancora in una posizione migliore rispetto allo scorso settembre, mese che i più attenti tra i nostri lettori ricorderanno per uno degli eventi più traumatici della storia recente del mondo crypto.
Partiamo dai dati. Intorno alla fine dello scorso anno, il 2022, Binance ha toccato il picco della sua dominance per quanto riguarda il volume sui perpetual futures, contratti derivati che sono tra i più importanti del mondo crypto. Contratti che vengono offerti da praticamente qualunque piattaforma e che sono fonte di introiti importante per gli exchange.
Sulla particolare situazione degli exchange puoi leggere lo speciale sul nostro Magazine, dove analizziamo le fonti di introiti e gli attuali problemi di questi intermediari.
Il grafico, che alleghiamo, è piuttosto chiaro. Binance ha perso oltre il 10% da fine anno. Ma è altrettanto chiaro che si trova in una posizione migliore rispetto allo scorso settembre, quando sembrerebbe aver assorbito il grosso dei volumi del defunto FTX e anche una parte di quanto facevano invece gli altri exchange, in blu scuro nel grafico.
Sì, il trend di Binance è certamente negativo, ma lungi dal tornare a breve sui livelli che gli competevano lo scorso settembre, quando era comunque il più grande player del settore.
Dietro questi sbalzi d’umore dei volumi su Binance ci sono poi due storie aggiuntive, solo in parte legate a quanto sta avvenendo all’exchange sul piano legale. La prima è quella dell’abbandono di diversi market maker, spinti dal regolatore USA ad accasarsi altrove.
Il secondo sono le modifiche a certe promozioni che permettevano di fare trading gratuito. Politiche che sono state ora collegate a TUSD e che forse riusciranno a invertire il trend.
Nonostante i titoli roboanti – attaccare Binance o parlare di crisi porta sempre visualizzazioni – la situazione di Binance appare tutto fuorché compromessa.
E ci sarà poi – in separata sede – da discutere sul chi stia guadagnando dalla riduzione dei volumi su Binance, in senso relativo. Sono gli exchange, dicono quelli di Kaiko, asiatici. Ma sarà veramente così? E potranno tenere botta in caso di attenzione da parte del regolatore USA? Il mercato degli exchange e delle crypto è certamente in via di ridefinizione, ma guai a vendere la pelle dell’orso prima di averlo effettivamente catturato.
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