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FMI vuole tassare Bitcoin, crypto, miner e transazioni | Il paper

Tassare di più, tassare meglio, tassare tutto. È questo il mantra di FMI su Bitcoin e crypto.
1 anno fa
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Ci risiamo. IMF, il Fondo Monetario Internazionale, ha pubblicato un altro documento dedicato al mondo delle criptovalute. Questa volta si parla di tassazione, questione secondo IMF mai risolta e che non lascerebbe dormire sonni tranquilli ai governi di mezzo mondo. E come potrebbe essere risolta?

E tra le tante cose di cui si occupa il paper, c’è anche una curiosa lettura del ruolo dei miner – il cui status legale in termini di tassazione sarebbe, almeno secondo questo paper pubblicato da IMF, ancora da stabilire e passibile di ulteriori strette.

E si parla anche di esternalità – ovvero di quanto di negativo le criptovalute – anche tramite mining, trasferiscono verso l’esterno e che potrebbe e dovrebbe secondo IMF essere compensato. Il paper è qui e noi ne riporteremo i passi più salienti.

Cosa vuole fare IMF per la tassazione delle criptovalute e di Bitcoin

In realtà si tratta di un paper di proposte e di analisi, che già dalla prima pagina di apertura si propone come analisi che dovrebbe far discutere i diretti interessati, cioè i governi di mezzo mondo.

Ci sono però dei vecchi mantra di una certa parte del mondo finanziario che finiscono dritti all’interno del paper, seguendo quella che da IMF è ormai una tradizione vecchia di anni.

Il caso dei miner e delle esternalità negative

Il sunto è il seguente: il mining consuma energia elettrica, quindi inquina, quindi produce esternalità negative. Non è l’unica esternalità negativa però del mondo crypto e Bitcoin secondo il paper di IMF.

  • Esternalità tipiche del mining

Che sono legate principalmente ai consumi di tale attività, un tema che viene utilizzato dagli avversari di Bitcoin con una certa frequenza e che non ha bisogno di essere approfondito. Per IMF comunque è il tema più importante in termini di tassazione correttiva. Bitcoin e tutti i protocolli PoW ne avrebbero bisogno.

Il riconoscimento di questo è ormai piuttosto diffuso ed è riflesso dal marketing esplicito di alcune criptovalute che si propongono come “verdi”. Gli sforzi volontari, tuttavia, non forniranno soluzioni compolete. Seguendo la via generale, le esternalità causate dalle emissioni di CO2 del mining possono essere meglio fronteggiate con una carbon tax, che internalizzerebbe automaticamente i costi del sistema di verifica in Proof of Work e del suo grande utilizzo di energia elettrica.

E si fa riferimento anche alla proposta di Biden di tassare al 30% ogni consumo elettrico dei miner. E IMF aggiunge:

In assenza di una tassa del genere, si potrebbe pensare di non rendere fiscalmente deducibili i costi energetici delle attività di mining.

  • Esternalità tipiche del gioco d’azzardo

Il ragionamento di IMF è il seguente: le attività di gioco d’azzardo sono sottoposte a tasse aggiuntive e accise in quasi tutto il mondo – e dato il comportamento di diversi individui sui mercati crypto, potrebbe essere il caso di considerarle.

  • Sostituzione delle valute nazionali con le criptovalute

Una situazione che IMF teme come non mai, dato che a sua detta finirebbe per:

ridurre l’efficacia delle politiche monetarie o delle misure sulla circolazione dei capitali. Per entrambi i problemi si potrebbe intervenire con una tassazione delle transazioni in criptovalute, simile alla tassazione sulle transazioni finanziarie che sono state già adottate o proposte per gli strumenti tradizionali (anche come misura per ridurre la volatilità dei prezzi).

E si fa riferimento, definendola pioneristica, la tassa all’1% introdotta in India sulle transazioni.

Si ok, ma come imporre queste tasse in un mondo di anonimi?

Dopo aver sostenuto anche il caso del recupero dell’evasione e della lotta al crimine, da IMF finiscono per chiedersi come eventualmente riscuotere tasse da soggetti che sono in larga parte anonimi.

L’ostacolo fondamentale per la riscossione di tasse in relazione alle criptovalute è l’elemento dell’anonimato. […] Tuttavia l’anonimato non è “fatale” per l’implementazione delle tasse. Una tassazione sulla singola transazione non richiede l’identificazione dei soggetti coinvolti. Ciò che impedisce alle autorità di inserire certe tasse è l’impossibilità per queste di inserirsi nella blockchain.

C’è però, dicono da IMF, una buona notizia:

La buona notizia per le autorità e per i regolatori è che – al contrario dei creatori originari delle cripto – è emerso un ruolo centralizzato per istituzioni di diverso tipo nelle transazioni dei crypto asset, in particolare gli exchange tramite i quali le cripto sono comprate e vendute. Tali istituzioni sono in una posizione che permette loro di ottenere informazioni sui proprietari e così al centro degli sforzi attuali di ottenere informazioni utili sui terze parti, magari ancora in modo incompleto.

Tornando poi a battere sulla necessità di implementare AML (l’antiriciclaggio) e il KYC (le operazioni di identificazione dei clienti) non al fine di combattere il riciclaggio, ma per associare appunto ogni acquisto ad una persona da tassare.

Ennesimo volo pindarico di IMF oppure piano chiaro per un assalto alle crypto?

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

Vedi Commenti

  • Ottimo, finiranno per spingere ad una maggiore decentralizzazione, che oggi con l'invasione delle varie shitcoin stava iniziando a passare un po' in secondo piano.

    "ridurre l’efficacia delle politiche monetarie o delle misure sulla circolazione dei capitali" a feature, not a bug.

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