La vita dei miners di Bitcoin è sempre più complessa. Se nell’immaginario di qualche utente meno avvezzo al mondo crypto, è rimasta la narrazione che basta la CPU del computer, è indietro di parecchi anni.
Oggi, la vita dei miners e l‘estrazione (creazione) di 1 blocco di bitcoin (BTC) è sempre più costosa. Oggettivamente chi è dentro questo mondo lo sa, i cosiddetti bitcoiners hanno conoscenza di quello che è scritto nel protocollo, di che cosa è l‘halving ed il relativo dimezzamento delle ricompense ogni 4 anni. Così come sanno che per partecipare a questo processo c’è bisogno di hash power ed ha un suo costo.
Nel grafico di Glassnode, abbiamo due metriche fondamentali per comprendere la complessità di questo processo: le Miners Revenue per Blocks ed il relativo Hash Rate. Qui abbiamo una panoramica storica, che parte dal Gennaio 2009 fino ad oggi, per una miglior visione abbiamo rappresentato tutti e due gli elementi con un media semplice a 30 giorni.
Entrambi si muovono costantemente in modo inverso. La Bitcoin Total Miner Revenue from Block Rewards ci indica quanto revenue vengono ad essere rilasciate nel corso del tempo per la produzione di 1 BTC. Questo elemento diretta dipendenza del protocollo di Bitcoin e dal sistema dell’halving che ne prevede il dimezzamento ogni 4 anni, ecco perché sempre in costante diminuzione.
Mentre l’Hash Rate indica quanta potenza di calcolo è necessaria per risolvere il calcolo per arrivare alla creazione di un 1 BTC. L’Hash Rate a sua volta è diretta dipendenza della Mining Difficulty, che indica il numero stimato di hash necessari per estrarre un blocco di BTC, attualmente è pari a 347,64 Hash per 1 BTC. Per tanto Hash Rate e Mining Difficulty sono direttamente proporzionali e lo possiamo vedere dal grafico allegato.
Quello che risalta da questi grafici, è che il dato dell’Hash Rate è arrivato ai suoi massimi storici. Ciò vuol dire che sono richiesti maggiori investimenti in attrezzature per avere maggior hash power, pertanto maggiori costi per i miners.
Però va ben chiarito che ha fronte dell’incremento esponenziale dell’Hash Rate, il Block Mined, cioè il numero di blocchi minanti in un determinato arco di tempo, resta costante, come si può vedere dal grafico allegato.
Per figurare meglio la situazione, abbiamo un’altra metrica elaborata da Glassnode, che non viene esposta spesso, ed è la Miner revenue per Exahash. Serve per stimare i redditi giornalieri dei minatori, rispetto al contributo stimato al network hahs-power ed è calcolato come il rapporto tra il reddito totale dei minatori denominati in USD o BTC e diviso per l’hash-rate corrente (in EH/s).
Da qui si vede chiaramente come il ritorno dell’investimento in hash power sia costantemente in diminuzione.
Come si può intuire il mining è in mano solo a grossi player che possono affrontare importanti investimenti in hardware. Nell’immagine allegata di intotheblock possiamo vedere l’Hash Rate Distribution, cioè quali sono le mining pool con la maggior dominance sul mercato della produzione di bitcoin.
I miners per affrontare questo lavoro e questi costi, hanno due linee di entrate, le Block Rewards e transaction fees. Il primo punto sono le Miners Revenue che abbiamo visto in precedenza, che per struttura del protocollo bitcoin, sono destinate a calare nel tempo ogni 4 anni. Qui alleghiamo il grafico pubblicato da Glassnode con la percentuale di revenue dei miners, che ha raggiunto i minimi dell’anno a 2.24%.
Invece le transaction fees sono la parte variabile, che dipende anche dall’andamento del prezzo di bitcoin. Recentemente ad inizio Maggio c’era stato un forte incremento delle transazioni di grazie all’avvento sulla blockchain di Bitcoin degli Ordinals, che ha permesso di mintare NFT.
Successivamente, dopo l’hype iniziale c’è stata la seguente fase di flessione che è ancora in corso. Dai massimi storici di Maggio le transazione oggi sono in costante fase di contrazione, anche a causa della discesa fase di bassa volatilità del prezzo di BTC.
Inoltre abbiamo già visto in un’altra analisi, Bitcoin: scende la volatilità e crescono gli holder, che c’è una maggiore propensione degli investitori ad holdare (accumulare) Bitcoin. Infatti la disponibilità di BTC sugli exchange è arrivata ai nimini.
Tutti questi elementi rendono sempre più difficile e complessa l’attività dei minatori, che comunque hanno un ruolo fondamentale nella convalida delle transazioni e della protezione della blockchain.
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