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NON DECISIONE RIPPLE

Ripple: delusione dal caso LBRY | Ecco cosa ha detto il giudice

Il giudice del caso LBRY, simile a quello di Ripple, decide di non decidere. Polemiche.

Evoluzioni forse non positive per il caso Ripple – almeno se dovessimo prendere per buono il parallelo che in molti hanno tracciato tra il caso di XRP e quello di LBRY. Due casi sulla superficie simili – con il caso Ripple che si attendeva una buona notizia che però, almeno per ora, non sembrerebbe essere arrivata. La questione riguarda lo status dei token che vengono dichiarati come security in fase di lancio – e che almeno secondo una parte della dottrina potrebbero trasformarsi in non security.

Il caso è legalmente complicato – potrebbe avere dei risvolti per quanto riguarda la causa in corso tra Ripple e SEC – e merita qualche minuto di approfondimento, utile sia per chi investe in $XRP – sia per chi è interessato alle possibili evoluzioni legali negli USA per tutto il settore crypto.

Una questione molto complessa e che potrebbe ridisegnare, almeno fino all’arrivo di una nuova legge negli USA, il mercato delle criptovalute in quella giurisdizione. Qualcosa che continua a tenere sulle spine il mercato altcoin, mentre Bitcoin con il suo ETF ruba la scena.

Cosa ha “non” deciso il giudice

Il caso è quello di LBRY, simile almeno per sommi capi a quello di Ripple. Accuse di aver offerto sul mercato cripto-token che in realtà erano security e che dunque almeno negli USA dovevano essere registrate. Non è il caso principale di LBRY a interessare gli appassionati di $XRP, ma piuttosto il caso… secondario.

Il giudice avrebbe infatti dovuto esprimersi anche sullo status delle vendite sul mercato secondario: si tratta di cessione di contratti di investimento o securities o no? Una questione che è di sommo interesse per $XRP, perché avrebbe delle ripercussioni importanti sulla commerciabilità del token presso gli exchange negli USA.

Il giudice però ha deciso di non esprimersi, mentre aveva fatto intendere diversamente durante le udienze durante lo scorso novembre e lo scorso gennaio.

Non prendo posizione sulla richiesta di registrazione per le transazioni sul mercato secondario che sono gestite da soggetti che non fanno parte di questa ingiunzione.

In soldoni, il giudice non si esprime sullo status degli exchange che potrebbero vendere il token tramite le loro piattaforme.

Decisione Ripple
Decisione non decisione

Per chi vuole vedere il bicchiere mezzo pieno

C’è anche chi, come David Schwartz che è direttore del settore tecnico di Ripple, vuole però vedere il bicchiere mezzo pieno. Il popolare quadro di Ripple ha scritto su Twitter:

È almeno una vittoria perché è stato stabilito che il mero utilizzo del token non viola l’ingiunzione.

In altre parole per quanto permangano dubbi sullo status delle vendite di LBRY (e per proprietà traslativa di XRP), secondo Schwartz ci sarebbero segnali positivi legati all’assenza di obblighi e di limitazioni a chi meramente utilizza un token.

Problemi per Ripple?

Non necessariamente. Tuttavia ci si aspettava – almeno tra i più ottimisti – una soluzione più favorevole. Vale la pena di sottolineare che il caso Ripple è comunque diverso anche nelle basi – e che non è detto che si arriverà a conclusioni simili.

Tutto questo mentre la corte – almeno secondo le aspettative di chi ha seguito il caso – se la sta prendendo piuttosto comoda per quanto riguarda la prima decisione sul caso Ripple vs SEC.

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