Le vendite di Ripple XRP non costituirebbero offerta di contratti di investimento – o in altre parole non sarebbero security, fatta eccezione per quelle verso i clienti istituzionali. Così avrebbe deciso nell’ingiunzione preliminare il giudice Torres, che presiede alla causa.
Si tratta di una vittoria parziale per Ripple – ma non per questo meno importante, con i mercati che hanno reagito con grande entusiasmo non appena la notizia ha iniziato a circolare. C’è però tanto da capire in un caso complesso – e in quella che è un’ingiunzione preliminare e che non chiude qui il caso.
Si tratta comunque di una vittoria a metà per SEC – che così macchia il suo incredibile score di vittorie contro il mondo crypto. Che sia l’inizio della fine per una SEC estremamente aggressiva nei confronti del settore altcoin?
Ripple ha vinto? Quasi – spieghiamo cosa è successo
A parlare è il giudice Analisa Torres, che presiede alla causa tra SEC e Ripple a New York. E ci sono buone notizie per XRP e Ripple e notizie meno buone per SEC, per quanto in realtà il giudizio è molto più complesso rispetto a quanto è stato riportato sommariamente sui social.
- Cosa ha deciso il giudice?
Ha dato in realtà ragione a SEC sulle vendite iniziali di XRP Ripple, che Ripple Labs ha effettuato direttamente verso investitori istituzionali. In quel caso, secondo il giudice, saremmo effettivamente davanti ad una vendita di contratti di investimento o security per chi vuole utilizzare il termine tecnico.
Ci sarebbe stato l’investimento di denaro da parte degli investitori, nonché la ragionevole aspettativa di profitto derivante dal lavoro dei dirigenti di Ripple – tutti elementi necessari affinché una vendita configuri una vendita di security secondo l’Howey Test e le Security Law.
- E quindi? Perché è una buona notizia per Ripple?
Perché in realtà il giudice ha deciso anche altro. Ha stabilito infatti che le vendite successive di XRP direttamente a mercato da parte di Ripple Labs, nonché la vendita di XRP da parte dell’ex CEO Larsen e di quello attuale Brad Garlinghouse non costituiscono vendita di contratti di investimento.
E quindi per buona parte delle vendite Ripple Labs sarebbe – se dovesse passare definitivamente questa linea – al riparo. Si tratta inoltre di un’interpretazione che – pur non affermandolo chiaramente – tutelerebbe tutte le vendite di Ripple presso exchange terzi.
Vendite che erano state sospese da quasi tutti gli exchange statunitensi proprio a causa di questa diatriba legale.
Cosa succede adesso?
In realtà non è chiaro. Staremo a vedere se ci sarà un seguito a questa decisione del giudice o se entrambe le parti decideranno di ritenersi soddisfatte. Per quanto riguarda la prima parte, quella legata alle vendite istituzionali, ci sarà ora da aspettare il giudizio sommario – così come richiesto da SEC. Per le altre invece non ci sarà possibilità di giudizio sommario, in quanto negata appunto la consistenza materiale del fatto da parte del giudice.
Il caso andrà seguito nelle sue prossime evoluzioni. Per ora i mercati si godono il boom.
a volte la giustizia fa il suo giusto corso. quindi è ora che i criminali paghino per le loro malefatte… con criminali intendo ovviamente la sec…
Severo ma giusto !