I numeri El Salvador sono più che buoni, alcune agenzie di rating avevano preso una cantonata, e deve essersene accorta anche Reuters, che in un articolo di poche ore fa ha parlato di Bitcoin e della grande ripresa dei bond di El Salvador, che poco prima della fine dell’anno scorso erano stati definiti ormai carta straccia.
Di acqua sotto ai ponti non ne sarà passata tantissima, ma la nave di El Salvador sembra aver preso una direzione parecchio diversa. I suoi bond sono cresciuti più di Bitcoin in questi pochi mesi che ci separano da quando una delle più potenti agenzie del mondo aveva definito il suo debito junk, ovvero spazzatura.
I Bitcoiner più radicali ci troveranno un percorso di risanamento partito con l’interesse verso Bitcoin. Altri ci vedranno l’ennesimo fallimento delle agenzie di rating. Altri ancora lo vedranno come la stella fortunata di Nayib Bukele – presidentissimo piuttosto polarizzante. Qualunque sia la questione, è degna di essere analizzata, anche in relazione al fattore Bitcoin.
È passato poco più di un anno dalle prime avvisaglie che arrivavano dalle più importanti agenzie di rating del mondo. A febbraio scorso Fitch aveva abbassato il rating del debito sovrano di El Salvador a CCC, uno scalino sopra il peggiore de rating possibili.
Per il paese ci sarebbe stato davvero poco da fare, e anche per i suoi creditori. Tutto questo all’interno di una vicenda che riguardava, seppur marginalmente, Bitcoin. C’erano in ballo i buoni rapporti con gli USA e con il Fondo Monetario Internazionale, con quest’ultimo che non è stato mai morbido verso Bitcoin – e soprattutto contro la sua adozione come valuta avente corso legale.
Chi dovesse aver seguito le indicazioni di Fitch e poi delle altre agenzie però si è perso una corsa di questi titoli sul mercato secondario che ha battuto anche quella di Bitcoin. Complice anche un successivo riavvicinamento con IMF e un programma di riacquisto del proprio debito con un forte sconto che però aveva incontrato il favore degli investitori, che si trovavano ristorati di somme molto superiori al valore di mercato.
In breve, per chi non dovesse avere dimestichezza con i mercati del debito sovrano, il debito di El Salvador è diventato molto più appetibile. E questo perché i mercati ora credono che lo stato guidato da Nayib Bukele sia ora in grado di far fronte ai propri debiti.
Forse è esagerata la lettura che vorrebbe vedere Bitcoin al centro di questa specifica rinascita di El Salvador, almeno sul fronte del proprio debito sovrano.
È vero – e ci sono i dati a confermarlo – che l’apertura a Bitcoin ha stimolato il turismo nel paese, gli investimenti – non ultimo quello nel mining, anche se diverso dalle aspettative originarie – e anche l’outlook del paese per una parte rilevante del resto del mondo.
È altrettanto vero però che si tratta di movimenti che andranno valutati con un respiro più ampio, a patto di non voler offrire giudizi troppo affrettati, come quelli che erano stati dati dalle agenzie di rating.
Agenzie di rating che ormai – storicamente – hanno un pessimo storico. E che arrivano sempre un pizzico dopo di quello che avviene nel mondo reale. Spesso prendendo cantonate come quella che hanno preso con El Salvador.
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