Una legge complessiva per la regolamentazione del mondo crypto negli Stati Uniti. Se ne parla da tempo, in molti se ne stanno interessando tra i membri del Congresso e da ieri abbiamo una nuova proposta. Nuova anche se in preparazione da tempo. Si tratta della proposta che dividerà i poteri di vigilanza sui mercati cripto tra CFTC e SEC, con una preminenza però netta della prima agenzia.
Per ora la proposta di legge è stata firmata da membri del Congresso di provenienza repubblicana e ci sarà da valutare un eventuale appoggio da parte dei democratici, storicamente maggiormente allineati con SEC e con una sorta di linea dura nei confronti tanto dei progetti crypto, quanto degli exchange.
Tra i firmatari della legge anche Tom Emmer – che ormai i nostri lettori conosceranno come uno dei politici USA maggiormente schierati da questo alto della barricata, così come Glenn Thompson, Dusty Johnson e altri.
Si tratta di una legge che attribuirebbe in modo piuttosto chiaro i poteri di vigilanza e controllo sui mercati a CFTC, con una parte residuale che sarà invece lasciata a SEC, in una ripartizione tra commodityé e security che rimane il punto centrale dell’approccio USA. Un approccio che però, secondo le determinazioni di questa proposta di legge, favorirà la più mansueta CFTC.
C’è però un problema: la proposta di legge, per l’appunto, non sembrerebbe piacere granché ai democratici che fanno parte della stessa commissioni, tra i quali quella Maxine Waters che in molti ricorderanno immortalata in diverse foto con Sam Bankman-Fried.
Non ci aspettavamo una scelta così a favore di CFTC.
Questo è stato il commento che è stato registrato durante l’ultima discussione pubblica che è stata già teatro di scontri piuttosto importanti.
E che probabilmente dovrà cercare consensi anche facendo, nel caso, qualche concessione a SEC – che almeno a sentire Gary Gensler – che ha recentemente chiesto maggiori fondi per vigilare sul mercato crypto – non ha alcuna intenzione di lasciare un mercato che ritiene letteralmente infarcito di security. E dunque parte del suo pollaio.
Le proposte di legge sono tante. Ne abbiamo già tre – con approcci molto diversi all’intera situazione che sono figli di sensibilità diverse nei confronti di questo mercato. Continuerà la negoziazione politica e con ogni probabilità si cercherà di convergere sul più moderato di questi testi.
Questo a patto che l’amministrazione attuale si decida a valutare nuovi approcci ad un problema – quello della scarsa chiarezza delle leggi negli USA – che sta costando capitali presenti e futuri agli Stati Uniti d’America.
In molti intanto invocano una soluzione alla MiCA, passata con ampie maggioranze ma che al tempo stesso è frutto di negoziazioni politiche partite molto tempo fa. Gli USA sono in ritardo – e trattandosi del più importante mercato di capitali del mondo – la cosa non è certamente d’aiuto all’intero mondo crypto.
Chissà se le recenti attenzioni di BlackRock aiuteranno a raggiungere un accordo, dato che in campo è scesa la cavalleria pesante di un gestore che ha legami politici importanti proprio con l’area democratica.
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