Grazie ai dati che sono forniti da Messari abbiamo potuto analizzare i network crypto che hanno guadagnato di più nel secondo trimestre del 2023. In testa c’è Ethereum, che non sembrerebbe essere impensierito dal secondo in classifica. Successivamente al terzetto di testa il vuoto, segnale di un’innegabile difficoltà per tutto il settore.
Una difficoltà che per il periodo di riferimento, che copre aprile, maggio e giugno, è stata parzialmente celata dal boom dei meme token, boom che ha fatto schizzare in alto le commissioni pagate per le transazioni in concomitanza con un forte aumento della congestione di certi network.
Dalla classifica è escluso Bitcoin, che tratteremo invece separatamente e che ci racconta una storia soltanto parzialmente diversa. Sono dati utili per chi fa trading? Certamente sì, perché questi sono in realtà i dati che segnalano utilizzo e spesa da parte degli utenti – e in un certo senso la forza commerciale e economica dei network.
Vince Ethereum, il resto della classifica stupisce
Prima di guardare i numeri sarà bene comprendere la metodologia applicata. Vengono calcolate le fee, le commissioni raccolte, che siano state poi incassate dai validator oppure burnate.
NETWORK | COMMISSIONI RACCOLTE | VARIAZIONE |
---|---|---|
Ethereum | 847 milioni di dollari | +85% |
Tron | 110 milioni di dollari | +22% |
BNB Chain | 52 milioni di dollari | -7% |
Polygon | 11 milioni di dollari | -2% |
Avalanche | 5 milioni di dollari | +148% |
I dati sono interessanti sotto diversi profili, tutti utili per che è già esposto verso le relative criptovalute – e per chi sta pensando di esporsi.
È il re indiscusso del mercato. Non solo stacca gli altri network, ma fa registrare anche un aumento record rispetto al trimestre precedente. Occhio però a ritenere questo dato come definitivo: si tratta, come abbiamo già spiegato, di una variazione molto significativa anche grazie al boom dei meme token.
Con ogni probabilità una parte dell’aumento è legato alla preponderanza di questo specifico protocollo negli scambi legati a Tether. L’impatto delle iniziative pro-meme non sembrerebbe essere stato poi così importante.
Il network legato a Binance è quello che perde di più della top 5. Segnale di difficoltà – e anche di maggiore vivacità dei concorrenti di sempre. Rimane comunque importante la quantità di commissioni che sono state incamerate.
Dati anche qui in ribasso, dato che il resto del mercato – per questi tre mesi – (quello che non riguarda i meme token) è stato piuttosto fiacco. Segnale comunque importante la tenuta in quarta posizione, seppure a distanze siderali dal terzo in classifica.
Ottima crescita, per quanto dovrà essere confermata dal prossimo trimestre, che si preannuncia come uno dei più duri dell’intera storia del settore cripto alt.
E Bitcoin?
Anche per Bitcoin è stato un trimestre particolare. La prima metà di maggio ha visto una raccolta di commissioni di molto superiore a quella solita, per poi tornare però sui livelli ai quali ci siamo abituati ormai dal 2022. Bitcoin comunque viaggia, di media, tra il 10% e il 15% di quanto viene raccolto da Ethereum.
Anche questo per molti è un segnale di quanto altri network siano prestanti, almeno per chi è coinvolto nella produzione dei blocchi, e di quante alternative offra per investimenti alternativi il mercato crypto.