Qualcuno si tira indietro? Sì – ed è uno dei gestori di investimenti che avevano portato per mano lo scorso ciclo, quello del boom di FTX e di tanti altri attori che hanno dominato il mercato, salvo poi fallire in modo piuttosto spettacolare. Secondo quanto è stato riportato da The Wall Street Journal, c’è Sequoia Capital che sembrerebbe aver deciso di tagliare il monte investimenti nel mondo crypto.
Questo al termine di due anni terribili per il settore – e anche per diversi investimenti di Sequoia stessa – con quello su FTX che fa ancora bella mostra di sé sul sito del gestore. Fuga dei capitali dal mondo crypto? Prima di interpretare questa storia in senso ampio, sarà il caso di valutare cosa effettivamente sta facendo Sequoia.
E anche di metterlo a confronto con quanto ci ha raccontato ieri in esclusiva Anthony Scaramucci – in un approfondimento che ci ha visto intervistare uno dei personaggi più in vista – e più importanti del mondo degli investimenti crypto.
Non esattamente, perché in realtà si taglia di una riduzione dei fondi che si occupavano, all’interno di Sequoia di criptovalute. Secondo quanto è stato riportato da The Wall Street Journal si trattrebbe della riduzione da 585 milioni di dollari a 200 milioni, citando fonti interne che però non vengono rivelate.
Sempre secondo quanto è stato riportato dal popolare giornale, ci sarebbero dei tagli anche per un altro fondo dedicato al mondo crypto – quello più specificatamente dedicato alle start up: in questo caso si sarebbe passati da 900 milioni a 450 milioni.
Il tutto farebbe seguito ad una comunicazione, durante lo scorso marzo, che ha coinvolto tutti i partecipanti agli investimenti di Sequoia, dove il gruppo ha sottolineato che le mutate condizioni di mercato rendevano necessaria una riorganizzazione della gestione. Con un focus che sarà spostato comunque verso realtà emergenti e giovani, lasciando per il momento da parte realtà più affermate e che sono nell’occhio del ciclone del regolatore, almeno negli USA.
In realtà la situazione di Sequoia c’entra poco con l’attuale mercato delle criptovalute. Le condizioni macro sono mutate e hanno visto diversi gestori rivalutare l’esposizione verso i mercati di maggiore rischio – e tra questi anche quello delle start up e del finanziamento in venture.
Sono finiti, direbbe qualcuno, i tempi del capitale gratis o quasi, dell’economia drogata da tassi praticamente a zero. E altri tipi di investimenti, più solidi, potrebbero fare capolino nei portafogli di investitori che un tempo erano proiettati verso prodotti ad alto e altissimo rischio.
Proprio ieri Anthony Scaramucci, ai nostri microfoni, ha indicato quali potrebbero essere le evoluzioni in tal senso, citando Bitcoin come una possibile destinazione di capitali per family office e fondazioni. Ne abbiamo parlato qui – mentre sul Magazine sarà possibile leggere l’intera intervista, fondamentale per chi vuole saperne di più sulle prossime direzioni del mercato crypto. Un mercato che tutti davano per morto e che invece è soltanto al centro di una grossa riorganizzazione, dovuta, attesa e con ogni probabilità positiva.
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