L’ottimismo, ci ricorda correttamente il New York Times di oggi, non è esattamente una novità per i mercati, anche quando le condizioni generali richiederebbero maggiore prudenza. Di quale ottimismo si tratta? Di quello che parla ormai insistentemente di un soft landing, ovvero dell’assenza di una recessione grave in seguito al ciclo inflazione e rialzo dei tassi.
Jerome PowelL, questa settimana, si è mostrato piuttosto ottimista – cosa che ha contribuito a far conservare a Bitcoin e al resto del mondo crypto un livello di prezzi comunque interessante e in linea con quanto stava avvenendo prima della riunione del FOMC.
Jeanna Smialek del New York Times, andando un po’ a ritroso nella storia delle recenti recessioni, ha però da dirci qualcosa. Ovvero di restare umili e di essere cauti. Perché tutte le grandi crisi degli ultimi anni hanno colto di sorpresa i mercati – che invece si erano dichiarati piuttosto ottimisti.
Una situazione che si incrocia anche con quanto abbiamo discusso ieri con Anthony Scaramucci sul nostro Magazine – con il leader di SkyBridge che ci ha aiutato a capire cosa sta effettivamente accadendo sul mercato. Una lettura che consigliamo a tutti di fare per capire a che punto siamo del ciclo e cosa servirà affinché ne parta un altro.
Per capire cosa è stato scritto – la lettura qui – da Jeanna Smialek è forse necessario partire da un’analisi di quanto è avvenuto negli ultimi mesi.
Per Jerome Powell si è trattato di un problema derivante dalla riduzione dell’offerta di beni e servizi a fronte di una domanda invece forte. E – lo ha ammesso durante l’ultimo incontro – da politiche fiscali e monetarie necessarie, a sua detta, per fronteggiare una situazione mai vista prima, conseguenza della gestione pandemica. Qualunque siano le cause, rimane il fatto che il grosso delle economie mondiali sono state colpite da un aumento enorme dell’inflazione.
Chi ha seguito la nostra lezione sulle politiche monetarie saprà bene che le banche centrali reagiscono a questo tipo di eventi con gli strumenti (pochi) che hanno a disposizione. Tassi e acquisto o vendita di titoli a mercato. I rialzi sono stati tra i più importanti sia per quantità che per intensità – e questo ha in genere delle conseguenze fortemente recessive. Ma la recessione, almeno guardando ai dati, non è ancora qui.
Ciò che rende i mercati ottimisti è l’andamento del mercato del lavoro negli USA, che è ancora forte e che non sembra aver sofferto granché l’ondata di rialzi. Per quanto è noto che la trasmissione di certi effetti all’economia siano lenti – e anche questo è stato ribadito da Powell – si tratta comunque di una situazione che in molti non hanno problemi a definire come buona.
Questo è un altro punto di guardare alla situazione. Bitcoin è stato per larga parte del 2023 in bassa correlazione con i titoli di rischio – situazione relativamente nuova per $BTC almeno per l’ultimo ciclo. E quindi c’è anche la possibilità che una recessione non sia poi così punitiva per Bitcoin.
Questa è un’opinione comune che però non ci sentiamo di sposare completamente. Una forte riduzione di liquidità e capitali, abbinati alla paura che solo le recessioni riescono a innescare, è un mix che preferiremmo non sperimentare sulla pelle di Bitcoin.
Passiamo ora a quello che è il centro di questo nostro approfondimento. È vero che l’entusiasmo è eccessivo? Smialek ricorda discussioni simili nel 2007, ma anche nel 2000 e nel 1990 – anni in cui c’era consenso piuttosto diffuso sulla possibilità di un soft landing, ovvero di una recessione soltanto figurata senza grossi problemi per l’economia.
Le cose sono andate molto diversamente – come ricorderanno i più anziani dei nostri lettori e come ricorda anche chi vi scrive – ma non è detto che questa volta debba essere necessariamente così.
È un dato statistico – e alleghiamo lo stesso identico grafico di New York Times per dare loro ragione. C’è un altro fatto interessante che si può desumere da questo grafico: tra i rialzi dei tassi e l’aumento della disoccupazione possono esserci dei ritardi – anche importanti. E quindi ancora oggi non saremmo al riparo da questa eventualità.
Per quanto Jerome Powell si sia detto ancora cauto e pronto a decidere riunione per riunione, l’impressione di tutti è stata quella di essere praticamente alla fine del ciclo. La discussione ora riguarda la possibilità di un ulteriore rialzo, che per ora secondo i mercati, vedi il grafico, è minoritaria almeno per la prossima tornata.
Certo, mancano ancora quasi 2 mesi alla prossima riunione del FOMC – che decide sui tassi – ma è altrettanto vero che con ogni probabilità dal 2024 si dovrà tornare a tassi che permettono maggiore respiro all’economia.
E c’è anche altro che dovremmo desumere dal grafico fornito da The New York Times. La curva della disoccupazione del 2020 ricorda a tutti che c’è stato un evento esogeno, che ha creato certamente sconquasso nel mondo economico, ma che non è certamente il naturale svolgersi delle cose. E che dunque l’ottimismo di questa volta potrebbe essere certamente più piantato a terra con entrambi i piedi.
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