Chi c’è dietro almeno una parte dello sperticato attacco contro il mondo crypto e Bitcoin? La senatrice Elizabeth Warren, che in molti dei nostri lettori conosceranno anche come auto-dichiaratasi generale dell’esercito anti-crypto. Così come in molti sapranno del suo disegno di legge bandiera – poi naufragato in quanto è arrivata una nuova composizione del Congresso dopo le recenti elezioni.
Qualcuno pensava che Warren fosse disposta a mollare la presa? Certamente no. E questa volta la sua proposta ha degli sponsor che in molti troveranno quantomeno curiosi, in particolare per una senatrice che è da sempre un incubo per il mondo di Wall Street.
Dietro la reintroduzione, la scorsa settimana, del Digital Asset Anti-Money Laundering Act si sarebbero schierate anche diverse banche, tra le più importanti degli Stati Uniti. Qualcuno è sorpreso? Noi no, e sarà il caso di indagare su cosa sta succedendo dalle parti di Washington.
La situazione è grave, diceva Ennio Flaiano, ma non è seria. Elizabeth Warren ha reintrodotto una proposta di legge che punta ad applicare tutte le normative AML – contro il riciclaggio di denaro – non solo agli exchange, che sono già obbligati ad applicarle, ma anche a protocolli DeFi insieme a tutti gli altri soggetti coinvolti nel mondo crypto, compreso chi fornisce software o hardware per i wallet e, parrebbe, anche i miner.
Una situazione che non trova precedenti nel mondo della finanza e del banking classico e che sarebbe, se così approvata, una condanna a morte per il settore cripto, che non avrebbe modo di rispettare leggi non solo draconiane, ma impossibili da applicare.
La proposta di legge viene spacciata come bipartisan, ovvero come avente il supporto da membri del Congresso e Senatori di entrambi i partiti, ma tra i sostenitori più interessanti troviamo anche The Bank Policy Institute, un think tank che raccoglie tutte le principali banche degli Stati Uniti. Banche che vorrebbero vedere smart contract e codice per la generazione di chiavi pubbliche e private trattati al pari di un conto in banca.
Tutto questo agitando ancora lo spauracchio del riciclaggio, del terrorismo e dell’evasione fiscale, con la riforma che:
ci aiuterà a rispondere [all’attacco delle crypto al mondo finanziario classico, NDR] e a rendere più sicuri gli asset digitali con metodi e con leggi alle quali le istituzioni finanziarie hanno dovuto obbedire per anni.
Per i più preoccupati tra i nostri lettori ci sentiamo però di ricordare che si tratta di una legge che servirà più per fini elettorali di Elizabeth Warren che per altro, data l’assurdità delle norme contenute e dato anche lo scarso supporto che sarà destinata a raccogliere.
Rimane da rilevare la strana amicizia che sta maturando intorno a questa legge tra una senatrice da sempre in prima fila contro Wall Street e lo strapotere delle banche e… le banche stesse. È proprio vero che il nemico del mio nemico è… mio amico. Anche quando si tratta dei cattivoni della finanza.
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