Un crollo in pieno stile, e ancora una volta c’è lo zampino di SEC. Questa volta però le community che si raccolgono intorno al mondo crypto avranno quasi certamente dei giudizi più miti per le scorribande legali dell’agenzia che si occupa di mercati finanziari negli USA. A finire sotto inchiesta è infatti Richard Heart – insieme ai suoi due progetti principali Hex e Pulsechain, ai quali più persone, a più riprese, avevano dato un certo credito.
Credito che ora si è infranto in una causa che ricalca almeno per certe parti quella contro Justin Sun – e che sembrerebbe mettere in grossi guai il fondatore e factotum dei due progetti.
Accuse gravi, abbiamo detto, perché si parla di distrazione di fondi degli investitori e di molto altro. Accuse, per capirci, che trascendono quelle classiche di aver commercializzato una security senza registrazione, e alle quali il mondo crypto ha ormai fatto il callo.
Per quanto ci sarà bisogno di un lungo processo e di un complicato giudizio, possiamo già dire che le accuse mosse da SEC sono gravissime.
Si parla infatti di distrazione di fondi degli investitori che sono stati poi utilizzati per acquistare beni di lusso – tra i quali macchine sportive e orologi molto costosi – nonché di aver orchestrato azioni per pompare il prezzo dei token a lui riconducibili.
In mezzo Richard Heart, forse uno dei personaggi più divisivi dell’interno mondo crypto e che non è esattamente quello che riscuote più simpatie tra le diverse community.
Tra le altre cose SEC ha individuato wallet multi-milionari che sono sempre riconducibili a Heart.
Heart ha invitato all’investimento e ad acquistare crypto asset che erano security che non ha mai registrato. Successivamente ha defraudato questi investitori spendendo tali asset in beni di lusso. Questa azione vuole proteggere il pubblico di investitori e far assumere a Heart la responsabilità delle sue azioni.
Questo il commento rilasciato da Eric Werner, che guida l’ufficio regionale di SEC a Fort Worth. Accuse pertanto piuttosto gravi, che ora però dovranno essere dimostrate in tribunale.
Parte dei fondi degli investitori sarebbero stati spesi per acquistare Ferrari, Rolex e McLaren, beni non esattamente alla portata di tutti, insieme al diamante nero The Enigma, la cui vendita fece scalpore sulla stampa di tutto il mondo – anche quella non specializzata – per un controvalore di 4,28 milioni di dollari.
Spese pazze che Hearth avrebbe sostenuto con fondi sottratti agli investitori, che erano stati invitati ad investire in progetti che poi sarebbero, sempre secondo SEC, delle security che andavano registrate.
Non è chiaro per il momento quanto siano solide le accuse di SEC e quanto di queste accuse dipenderanno dal poter dichiarare PLS e HEX delle security, cosa non esattamente scontata, come abbiamo appreso dalla causa contro Ripple.
Nel frattempo per le due criptovalute è crollo verticale: hanno perso entrambe circa il 30%, ma siamo sicuri che qualcuno, mosso da pulsioni speculative, lo riterrà un buon punto di ingresso. Occhio però, perché la questione è appena agli esordi e potrebbe complicarsi ulteriormente.
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