The Wall Street Journal torna ad occuparsi di Binance – battendo ancora una volta sui rapporti, per molti confusi, tra il più importante exchange al mondo e la Cina. Secondo quanto riportato dal quotidiano che si occupa di mercati e borse, il gruppo guidato da CZ starebbe continuando ad operare nella Repubblica Popolare nonostante il trading sia bandito dal territorio.
Di più: la Cina sarebbe il primo mercato per volumi per Binance, nonostante le difficoltà di operare in un paese che almeno sulla carta non permetterebbe di effettuare certe operazioni.
Il giornale cita fonti interne che però non ha rivelato, con l’exchange che si sarebbe limitato a commentare riferendosi all’esistenza di un ban legale per il trading di criptovalute. La questione avrà delle conseguenze? Molto probabilmente no, ma è utile comunque per capire sia come si stanno posizionando i giornali che governano l’opinione pubblica sia l’effettivo stato delle cose in Cina.
Affari per 90 miliardi al mese per Binance in Cina?
I numeri sono oggettivamente incredibili: secondo quanto riportato da The Wall Street Journal, i residenti in Cina avrebbero effettuato in un solo mese scambi per 90 miliardi di dollari, cifra che se confermata renderebbe la Cina il primo mercato di riferimento per Binance.
Sono numeri più alti di quelli registrati in Corea del Sud, in Turchia, in Vietnam – che sono i mercati che poi interessano di più in termini di volumi Binance.
L’exchange ha dei rapporti complicati con la Cina. Zhao, nato in Cina ma cresciuto in Canada, ha fondato la società a Shanghai nel 2017. Dopo qualche mese, il governo cinese ha emesso il primo di una serie di attacchi dal fronte della regolamentazione.
Per quanto siano fondamentalmente affari della Cina e dei suoi tribunali, The Wall Street Journal continua a sottolineare la presenza di dozzine di dipendenti di Binance nella Repubblica Popolare.
Il mercato cinese ancora forte nonostante il ban
L’altro aspetto – certamente più interessante di eventuali violazioni delle leggi cinesi per Binance – è quanto è stato inserito nell’articolo a firma di Patricia Kowsmann e Caitlin Ostroff – è quanto affermato da Kim Grauer che è direttore della ricerca da Chainalysis:
Il mercato crypto rimane forte in Cina, con volumi importanti sia sugli exchange centralizzati che su quelli decentralizzati.
Sempre secondo Chainalysis si tratterebbe di un mercato ch eoggi è il quarto al mondo, nonostante per l’appunto non si possa fare più legalmente trading di Bitcoin e crypto.
E allora l’onda cinese?
Si parla da tempo di onda cinese per il ritorno della bull run per il mercato crypto, ovvero di un ritorno di volumi di trading importanti dalla Cina e da Hong Kong data l’apertura di quest’ultima giurisdizione avvenuta lo scorso giugno.
Se i dati diffusi da Chainalysis sono corretti, verrebbe da chiedersi di che tipo di ritorno stiamo parlando, dato che gli scambi, per quanto sottotraccia, sono ancora lì per volumi decisamente importanti.
Sulla questione tra WSJ e Binance lasciamo giudicare ai nostri lettori. Esattamente di cosa stanno accusando l’exchange di CZ?