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PROBLEMI WORLDCOIN

Worldcoin: stop decisivo in un altro paese | Il governo del…

Ancora problemi per Worldcoin. Ecco cosa sta succedendo in uno dei paesi chiave per la sua adozione.

Arriva dal Kenya una nuova battuta d’arresto per Worldcoin – contestato progetto che offre una criptovaluta abbinata ad un sistema in proof of personhood, ovvero la dimostrazione che ad interagire con determinati servizi sia effettivamente un essere umano.

Grossi guai a Nairobi – così potrebbe chiamarsi un film sulla vicenda. Grossi guai perché il Kenya, nonostante sia un paese non così rilevante per i volumi di scambio delle criptovalute è stato uno dei mercati e dei paesi più importanti per l’ecosistema Worldcoin in fase di lancio. Secondo gli stessi dati diffusi dalla Fondazione infatti, circa 250.000 iscrizioni al servizio arriverebbero proprio da quel paese.

Ed è lo stesso paese che era indicato ad esempio di quanto avrebbe potuto ottenere Worldcoin come progetto, in particolare nelle economie emergenti. Quelle keniote non sono le prime autorità ad interessarsi alla creatura di Sam Altman. Precedentemente, anche se con toni più concilianti, si erano già espresse sulla vicenda le autorità francesi e del Regno Unito.

Stop fino a nuovo ordine

In Kenya fanno sul serio. Arriva il primo stop per Worldcoin, con un’ordinanza che è stata diffusa dal Ministro dell’Interno del paese, Kithure Kindiki.

Il governo è preoccupato riguardo le attività attualmente in corso per l’organizzazione che risponde al nome di Worldcoin, che è coinvolta in operazioni di registrazione dei cittadini tramite scan oculari o dell’iride. […] Di conseguenza il governo ha immediatamente sospeso le attività di Worldcoin e di qualsiasi altra entità possa coinvolgere in modalità simili la popolazione del Kenya. Lo stop sarà operativo fino a quando le agenzie pubbliche competenti non certificheranno l’assenza di rischi per il pubblico.

Duro colpo per Worldcoin, che inizialmnente ha trovato maggiore facilità di diffusione proprio nelle economie emergenti e dietro la promessa (mantenuta) di versare a ciascun utente registrato 25 WLD, che al cambio attuale valgono poco di più di 50 dollari USA.

Per il momento non ci sono risposte o comunicati da parte di Worldcoin, della fondazione, degli sviluppatori o degli uffici stampa.

Nessun effetto sul valore di WLD

Nonostante la presa di posizione netta da parte del Governo del Kenya, non sembra ci siano state almeno per il momento ripercussioni sul prezzo di WLD, che sta seguendo grosso modo la scia rialzista innescata da Bitcoin, senza eccessivi patemi.

Si dovrà poi valutare l’impatto di un eventuale stop prolungato in Kenya, considerato da Worldcoin stesso uno dei paesi chiave per lo sviluppo del progetto.

Progetto visibile, autorità aggressive

Il copione – senza che questa voglia essere una difesa di Worldcoin – appare essere però sempre lo stesso. Quando un progetto è molto visibile, a prescindere dalla presenza o meno di illeciti, le authority per la privacy o per i mercati tendono ad essere immediatamente reattive.

E anche alla luce di questo pattern dovremmo analizzare quanto sta avvenendo a Worldcoin, prima di ritenere certi interessi segno di evidente malaffare. Tutto questo al netto delle giustificate polemiche su determinati aspetti del funzionamento di WLD e del suo ecosistema.

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