Nel mondo crypto quando si chiude una porta si apre un portone. E talvolta quando si apre una porta invece il portone si chiude. È il caso di PayPal – società che è tra le più attive nel settore cripto delle ultime settimane – e che soltanto pochi giorni fa ha lanciato il suo PYUSD. La società dei pagamenti digitali ha deciso di muoversi anche su terreni rischiosi negli USA, ritirandosi però altrove.
È notizia di poche ore fa infatti l’abbandono del mercato del Regno Unito almeno sul fronte crypto, con la società che, forse, tornerà ad offrire tali servizi nel 2024.
Colpevole di tale ritirata il recente cambio di regole da parte di FCA, la CONSOB di Sua Maestà – che con ogni probabilità causerà problemi anche ad altri attori dello stesso spazio. Potrebbe essere un arrivederci, o forse no.
Si sono fatte decisamente più complicate le regole alle quali deve rispondere chiunque tratti, in forma di exchange o di altro tipo di attività, Bitcoin e criptovalute. Tanto da costringere un gigante come PayPal a ritirarsi dal paese almeno per quanto riguarda l’offerta di compravendita di criptovalute.
Uno stop che arriva in un momento di forma straordinaria per PayPal in altre giurisdizioni, con il gruppo che ha lanciato un rischioso stablecoin negli USA soltanto pochi giorni fa.
La decisione di interrompere le attività nel Regno Unito, inoltre, arriva dopo che c’è stato l’avvicendamento tra Alex Chriss e Dan Schulman, altra notizia non esattamente recepita con tranquillità dai mercati.
Dal primo ottobre prossimo per gli utenti di PayPal nel Regno Unito non sarà più possibile acquistare criptovalute tramite la piattaforma. Ci si riferisce in questo caso a quanto viene offerto direttamente da PayPal, e non alla possibilità che si acquistino criptovalute pagando con i servizi di PayPal altrove.
Ci sarà bisogno, per il gruppo, di…
Implementare passi aggiuntivi prima che i clienti possano acquistare crypto.
Riferendosi a nuove normative introdotte da FCA e che però non sono state specificate dal gruppo dei pagamenti online.
Probabilmente per nessuno, dato che il servizio di PayPal non è certamente tra i più utilizzati nel Regno Unito.
Rimane però certamente degna di attenzione la situazione d’oltremanica, con Londra che ha implementato regole piuttosto rigide sia sui servizi di compravendita, sia su quelli di promozione di certi prodotti legati al mondo crypto.
Tutto questo mentre il paese ha cercato più volte di indicarsi come possibile guida del settore e del suo incrocio con la finanza classica. Chissà se questo nuovo nucleo di regole finirà per facilitare le attività di imprese crypto nel Regno Unito o se contribuirà al desiderio di tante aziende di cercare fortuna altrove.
L’addio – per quanto momentaneo – di PayPal non sembrerebbe essere granché di buon auspicio. E chissà se il gruppo deciderà effettivamente di seguire lunghi e costosi percorsi per tornare ad offrire certi prodotti.
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