Italia ancora in testa. Peccato che la classifica sia quella dei costi più alti per fare mining Bitcoin, attività ad alto consumo energetico e che dunque nel nostro Paese è la meno conveniente del mondo, almeno secondo quanto viene riportato da una ricerca di CoinGecko. Per quanto alcuni criteri utilizzati siano contestabili, come vedremo nel corso della nostra guida, c’è comunque materiale sufficiente per riflettere.
Italia che poi viene accompagnata da altri paesi europei, per quanto nel continente qualcosa si muova poi in termini di mining anche se in circostanze specifiche che potrebbero essere definitivamente affossate da alcuni attacchi dal massimo livello politico del continente.
Un quadro certamente poco incoraggiante, che però non dovrebbe stupire più di tanto chi paga mese per mese le bollette nel nostro Paese, in particolare all’aggravarsi della crisi energetica nell’ultimo anno e mezzo.
Partiamo dalle premesse. L’indagine pubblicata da Coingecko si riferisce al mining Bitcoin fatto in casa, con macchine per il mining di ultima generazione ma comunque al prezzo energetico che viene praticato ai privati non industriali e senza poter ricorrere all’autoproduzione.
Si tratta, mediamente, di un mining che non conviene mai o quasi. Secondo le indagini di CoinGecko infatti il costo medio per il mining di 1 Bitcoin si aggira intorno ai 46.300$, prezzo più del 50% superiore al valore di Bitcoin oggi.
E qui arrivano altre brutte notizie, perché il nostro Paese, l’Italia, è il peggiore al mondo per costo medio di mining di un singolo Bitcoin in casa.
Paese | Costo Medio per fare Mining di 1 Bitcoin in Casa |
---|---|
Italia | 208.000$ |
Austria | 184.000$ |
Belgio | 172.000$ |
Danimarca | 166.000$ |
Germania | 163.000$ |
Irlanda | 159.000$ |
Lituania | 152.000$ |
Paesi Bassi | 137.000$ |
Regno Unito | 130.000$ |
Isole Cayman | 128.000$ |
Somme arrotondante al più vicino intero
Un record che certamente non riempirà d’orgoglio nessuno in Italia e che coglierà di sorpresa ancora meno persone.
Ci sono realtà che fanno mining anche in Italia ricorrendo però a quanto viene offerto da centrali magari riattivate e basate sull’idroelettrico, una delle poche situazioni in cui si può ottenere energia così a basso costo da rendere questa attività profittevole.
Rimarrà poi da vedere che tipo di interventi legali potrebbero rendere queste attività ancora meno redditizie e ancora più difficili, con l’attacco ricorrente ai consumi energetici di Bitcoin che tornerà certamente a farsi sentire.
In casa rimane dunque praticamente impossibile fare profitto mentre si fa mining Bitcoin, anche senza tenere conto dei costi importanti per i macchinari che sono necessari per queste attività.
Chi aveva in mente di portarsi a casa un AntMiner o altri tipi di ASIC utili per il mining su Bitcoin, dovrà dunque o organizzarsi altrove – in strutture specifiche e che producono energia per conto proprio – oppure rinunciare a far parte di quel potenzialmente di quel comparto che contribuisce alla sicurezza di Bitcoin.
Chissà se i prezzi, a stretto giro di posta, potranno dare una mano. Nel frattempo, almeno per chi compra energia a costi di mercato per i privati, meglio lasciar perdere.
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