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CAPITALI IN FUGA

Capitali in fuga da Bitcoin e crypto | I dati sui prodotti strutturati

Qualche milione di dollari in fuga dai mercati finanziari crypto. Bitcoin piace meno? La nostra analisi.

Cinquantacinque milioni hanno abbandonato il mondo crypto nel corso della scorsa settimana – o meglio – i prodotti strutturati e i veicoli di investimento che hanno come sottostante Bitcoin o altre criptovalute. Sono questi i dati che sono stati raccolti da CoinShares e che confermano un momento di stasi per il mondo delle criptovalute, esacerbato ad un’ultima settimana non brillante in termini di entusiasmi.

Sempre secondo gli analisti che hanno raccolto i dati, dietro questo calo ci sarebbero questioni riguardanti la mancata approvazione dell’ETF Bitcoin Spot – oggetto di rinvio anche questa volta da parte di SEC, per quanto tale primo rinvio fosse più che prevedibile.

A nostro avviso le ragioni saranno da ricercarsi altrove – e il discorso possibilmente andrà allargato anche prendendo ad esempio i dati che arrivano dal mercato da inizio anno – e non limitatamente ad un agosto che è stato avaro di soddisfazioni anche per altri tipi di mercati.

55 milioni abbandonano il mondo Bitcoin e crypto “strutturato”

Sono 55 i milioni che secondo CoinShares hanno abbandonato, soltanto nel corso dell’ultima settimana, il mondo dei veicoli di investimento e dei prodotti strutturati che hanno come sottostante Bitcoin o criptovalute.

AREATOTALE INVESTIMENTI IN MILIONI DI DOLLARI
Australia+0,1 milioni di dollari
Brazile-1 milione di dollari
Canada-35,9 milioni di dollari
Germania-11 milioni di dollari
Svezia-5,4 milioni di dollari
Svizzera+3,5 milioni di dollari
USA-5,5 milioni di dollari
altri-0,2 milioni di dollari
I dati relativi all’ultima settimana

Un calo che tiene conto – normalizzandolo – anche il calo dell’ultima settimana innescato da un ciclo di vendite piuttosto importante ed è dunque da ritenersi come puro.

  • Che tipo di dato è?

È un dato significativo e che indica come l’entusiasmo per l’iniziativa di BlackRock con il suo ETF Bitcoin Spot stia lentamente scemando, salvo poi probabilmente riaccendersi una volta che tale prodotto verrà eventualmente approvato. Tutto questo all’interno di una macro-fase di volumi molto bassi che sono anche indice di interesse molto basso per il settore.

  • Cosa succede invece da inizio anno?

Da inizio anno siamo ancora fortemente in positivo, con un inflow di 345 milioni di dollari, limitandoci a quelli che sono i prodotti strutturati e quotati che hanno come sottostante prodotti e asset crypto. Qualcosa che riflette, in questo caso, l’andamento di prezzo, con il 2023 che per ora rimane un anno fortemente positivo per tutto il comparto.

C’è da preoccuparsi?

Certamente no. Non sono questi i dati che sono in grado di togliere il buonumore a chi crede che il settore sia già all’interno di un trend tutto sommato positivo.

Per i permabear, ovvero coloro i quali continuano a ritenere il settore come prossimo alla fine, saranno dati da poter leggere come ulteriore conferma di un settore in difficoltà.

A nostro avviso si tratta invece di movimenti così minimi da non offrire granché appiglio per letture di respiro più ampio. Saranno altri i dati che potranno permetterci valutazioni di ampio respiro – e probabilmente prescinderanno dagli inflow e outflow dei prodotti strutturati, importanti ma non ancora cruciali nella fase pre ETF Spot.

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Klaus Marvin
Klaus Marvin
1 anno fa

C’è da avere pazienza, siamo all’interno di una crisi mai registrata prima, e non solo per il settore delle criptovalute e stiamo anche assistendo alla nascita di una nuova crisi all’interno di quella già esistente e questo comporta movimenti irrazionali per la gran parte degli investitori. Comunque mettetevi il cuore in pace ci vorranno ancora diversi anni prima della ripresa per questo settore. Per questo non capisco certe sparate di certi miliardari che danno il valore di bitcoin a 100.000 entro il 2024. Comunque è durante le crisi che si trovano i prezzi migliori.

Klaus Marvin
Klaus Marvin
1 anno fa

Il mercato sta speculando anche sulla potenziale vendita di tutte le riserve di Dogecoin e bitcoin di Elon Musk per raccogliere fondi per lo sviluppo dell’ex social network X di Twitter..