Ethereum: Coinbase vince guerra layer 2 | I dati SORPRENDENTI

Base è già in testa alle transazioni al secondo di tutto l’ecosistema Ethereum, compresi quei layer 2 che sono sul mercato da più tempo come Optimism, Arbitrum e anche Polygon. Per quanto i dati siano certamente da riverificare anche in futuro e quando la situazione si sarà stabilizzata, si tratta di un segnale molto forte su quanto sta avvenendo dalle parti di $ETH.

Base, il layer 2 che è stato creato da Coinbase, che non ha un token proprio e che ha già raccolto approvazioni e sbarchi importanti da parte di progetti top di gamma, sembrerebbe avere le regole per andare a combattere quantomeno ad armi pari in un settore certamente affollato, ma che rimarrà comunque uno di quelli cruciali anche durante la prossima eventuale bull run.

Discorso invece diverso per tutte le altre layer 2, che sono in sofferenza in un momento di mercato caratterizzato da scarsa attenzione per il settore, nonché dall’assenza di grosse novità.

Base in testa nelle ultime 24 ore

Il dato è di facile interpretazione. Nelle ultime 24 ore, secondo i dati che sono stati raccolti da L2Beat – e che sono ricavati direttamente dalle RPC fatte rare eccezioni – Base è stato il network con il più alto numero di TPS effettive, ovvero di transazioni che sono state effettivamente registrate.

Si tratta di una prima volta per Base, che ha staccato di quasi il 50% la stessa Ethereum e che ha lasciato a distanza considerevole tutti gli altri l2 più popolari e più strutturati sul mercato, come Arbitrum, Optimism, Starknet, Immutable X.

Si tratta di un segnale forte in particolare per la forza nel settore di Coinbase, che ha dimostrato come si possa sviluppare qualcosa di interessante anche senza ricavare milioni o miliardi dalla vendita di token.

Brutto colpo invece per il resto del mercato, per quanto in realtà a contribuire a questa debacle c’è anche un momento di mercato molto difficile per tutto il mercato cripto in termini di volumi.

I dati degli ultimi 30 giorni

Qualcuno obietterà, correttamente, che 24 ore non sono un orizzonte temporale sufficiente per valutare quanto sia utilizzato un certo network. E per questo motivo riportiamo anche quanto è avvenuto, in termini assoluti, durante gli ultimi 30 giorni.

Anche in questo caso Base dimostra una certa forza – e si candida pertanto seriamente a diventare uno dei big player di questo comparto.

Si può vivere senza token

Uno degli elementi più discussi riguardanti l’esordio di Base è l’assenza di un token che serva da gettone di governance o per pagamento delle commissioni. Un’opzione che nessuno prima di Base aveva percorso seriamente, dato che i denari che si raccolgono con ICO e altri tipi di attività fanno sempre gola ai progetti neonati.

Evidentemente, almeno con un grande nome alle spalle, si può operare anche così, senza che ci sia necessità di esporsi tra le altre cose agli strali di SEC, che ha più volte colpito token come Polygon nati per finanziare il progetto e poi diventati quintessenziali al funzionamento del relativo progetto.