Arriva il tanto temuto discorso di Jerome Powell da Jackson Hole e, come previsto da Criptovaluta.it, non vi è stata alcuna novità sulle intenzioni di Federal Reserve in merito alle future decisioni di politica monetaria. L’inflazione? Troppo alta. Fed? Pronta a reagire. La situazione? Ancora molto incerta.
Niente che non sapessimo e niente che non sapessero i mercati, che hanno fatto registrare una flessione forse più in ossequio all’uomo più potente della terra, che comunque dai mercati si aspetta sempre una certa deferenza.
Non cambiano comunque i fondamentali che abbiamo già analizzato sul nostro Magazine, dato che comunque, nel peggiore dei casi, siamo alle battute finali di una fase rialzista dei tassi. Fase che a prescindere dai prossimi dati sull’inflazione, dovrà necessariamente giungere a termine, fatte salve massimo una sorpresa o forse due, almeno secondo i più pessimisti.
Non ce ne voglia Jerome Powell, che su queste pagine abbiamo trattato certamente con più riguardo rispetto a quanto hanno fatto certi colleghi. Gli abbiamo sempre riconosciuto di dover operare in un contesto mai visto prima e con pressioni politiche altrettanto importanti.
Tuttavia, per quanto si possa riconoscere al compito dell’uomo una certa ingratitudine, non possiamo sottolineare come ascoltarlo non sia certamente il massimo del divertimento. Anche da Jackson Hole il capo di Fed recita lo stesso spartito, canta la stessa canzone e batte il piede allo stesso ritmo.
Sì, l’inflazione è ancora troppo alta. O meglio, è più alta rispetto a quanto dovrebbe essere a questo punto del ciclo di politiche monetarie restrittive.
Qualche nobel per l’economia come Krugman ha già chiesto lo spostamento dell’obiettivo al 3%. Per Powell non accadrà.
Jerome Powell ha detto che Federal Reserve è pronta ad intervenire nel caso in cui l’inflazione dovesse essere persistente. Anche qui nessuna novità, almeno rispetto a chi aveva letto ieri quanto scritto su queste pagine.
Sì, ma non troppo. Siamo ancora lontani dall’inversione della politica monetaria e dunque dai tagli dei tassi e bla, bla, bla. Ancora una volta niente di nuovo rispetto a quello che abbiamo sentito negli ultimi mesi, ad ogni riunione del FOMC e in ciascuna delle apparizioni pubbliche di Re Jerome.
Per ora non cambia assolutamente nulla. I fattori in ballo rimangono gli stessi – e gli occhi rimarranno puntati ai prossimi dati dell’inflazione a metà settembre e poi al FOMC.
I mercati continuano a prezzare un assenza di aumenti – o se vogliamo… una pausa. La palla poi passerà di nuovo a Fed per il prossimo FOMC, il penultimo dell’anno.
C’è da essere preoccupati? Probabilmente no. Siamo alla fine di una telenovela che, come spesso accade per gli show che vanno avanti da un po’, comincia anche a diventare un po’ noiosa.
I fattori per Bitcoin saranno poi anche altri – e ne discuteremo anche sul nostro canale Telegram ufficiale – dove vi aspettiamo insieme a migliaia di nostri lettori per parlare di tutte le cose più importanti del mondo crypto.
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