Ci stavamo preoccupando. È da qualche settimana che non leggiamo di attacchi diretti a Bitcoin e al supposto inquinamento delle mining farm sulle principali testate del mondo. Preoccupazione oggi sparita, dato che qualche ora fa The Washington Post ha dato alle stampe digitali un pezzo che invita al passaggio, per chi ha tanta potenza di calcolo a disposizione, da Bitcoin al nuovo trend del momento: l’intelligenza artificiale.
Tutto questo perché – neanche a dirlo – Bitcoin non avrebbe aggiunto nulla di valore all’umanità e sarebbe dunque il caso di ridirigere tali risorse, tra le altre cose particolarmente inquinanti, verso qualcosa di più utile.
Non senza però il riconoscimento a Bitcoin e all’industria del mining, certamente in anticipo rispetto al nuovo trend dell’intelligenza artificiale. Sul tema inquinamento, ci siamo anche espressi sul nostro Magazine – per un numero completamente dedicato alla realtà dei numeri che i giornali non sembrano aver recepito.
L’opinione non è certamente nostra. Arriva invece da The Washington Post, uno dei quotidiani più importanti dal mondo e uno di quelli con il maggiore impatto sull’opinione pubblica e sulla discussione politica negli USA. Ad essere sul banco degli imputati ancora Bitcoin, in particolare a causa del suo impatto sull’ambiente.
Il tema principale questa volta è un altro: sono i consumi in termini elettrici da parte dei data center che elaborano quanto serve ai diversi servizi e algoritmi di intelligenza artificiale – e che per il grosso sono sostenuti ancora da combustibili fossili.
Un settore che, a detta dell’autore dell’articolo che potete leggere qui, potrebbe giovarsi di quanto fatto in passato da Bitcoin e dal suo mining.
In particolare sfruttare l’idroelettrico cinese, ora inaccessibile a Bitcoin a causa del ban intervenuto in Cina, nonché lo spostamento verso aree più fredde del pianeta e con una grande disponibilità di energie rinnovabili.
Dopo il riconoscimento da parte di The Washington Post del lavoro fatto dai miner Bitcoin per, almeno in parte, la messa in efficienza di certe operazioni (per quanto rimangano ancora importanti le emissioni), c’è il momento del tanto atteso attacco.
C’è un altro vantaggio nel passare da Bitcoin all’Intelligenza Artificiale in queste server farm. Mentre la criptovaluta ha attirato numerosi speculatori e miliardi di dollari in investimenti, ha comunque fallito nell’apportare valore al mondo. L’intelligenza artificiale generativa non ha quel problema: chiedetelo a ChatGPT.
Chi ha server farm, pertanto, dovrebbe passare da Bitcoin all’intelligenza artificiale. Idea magari suggestiva, se non fosse che non si tratta delle stesse apparecchiature e non si tratta di un passaggio per il grosso dei miner possibile, né conveniente.
Con buona pace di un giornalismo che non sembra ancora aver afferrato i numeri di Bitcoin, le decisioni di certi gruppi di investimento e soprattutto l’utilità che $BTC ha già regalato al mondo.
Checché ne dicano i centri di una certa politica che non solo non ha mai fatto sconti a Bitcoin, ma che ne sogna neanche troppo in segreto la morte.
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Buongiorno sono un piccolo investitore nel NASDAQ, in quanto all'inquinamento dell'ambiente x i miner, segnalo la nascita di cleanspark, società a impatto zero a energia solare.