Binance starebbe pensando di abbandonare le operazioni in Russia. La decisione potrebbe arrivare dopo pressioni esercitate dal Dipartimento di Giustizia e da altre autorità USA – che avevano sottolineato soltanto qualche giorno fa la volontà di investigare su determinati affari degli exchange crypto a Mosca, paese sotto embargo de facto in termini finanziari.
Secondo quanto comunicato a mezzo stampa dalle autorità USA – diversi exchange avrebbero continuato a offrire appoggio bancario – in particolare per i servizi P2P – tramite banche sottoposte a embargo e sanzioni.
La questione rientra in un più ampio attacco ai movimenti crypto che avrebbero permesso di aggirare le sanzioni. Ne abbiamo parlato con uno speciale da Istanbul nell’ultimo numero del nostro Magazine, con un’indagine che ha svelato uno strano giro di denaro contro Bitcoin e Tether, che parte dalla Russia, arriva in Turchia e poi torna in Russia celato dai trasferimenti in Bitcoin e Tether.
Binance medita l’abbandono – pressioni USA si fanno sentire
La situazione generale è quella che tutti conosciamo. Gli USA e più in generale i paesi cosiddetti occidentali hanno sottoposto a sanzioni importanti diverse banche russe.
Nonostante però le sanzioni, diversi exchange, in particolare quelli privi di sede negli Stati Uniti, avrebbero continuato ad offrire supporto per tali banche, permettendo ai clienti di trasferire da e per certi conti bancari nonostante le sanzioni.
La questione è diventata di dominio pubblico qualche giorno fa, con le autorità USA che a mezzo stampa hanno fatto intendere di essere pronte a intervenire sul caso e a sanzionare gli exchange crypto nel caso di irregolarità.
La cosa deve aver fatto tanta paura agli exchange, con due che hanno già annunciato il blocco di certe banche con effetto immediato.
Binance starebbe invece meditando l’addio, almeno secondo quanto è stato riportato da The Wall Street Journal, che avrebbe raccolto la dichiarazione di un portavoce del gruppo.
Questo mentre il supporto per istituzioni finanziarie sottoposte a sanzioni, di fatto uniformandosi al volere delle autorità USA.
Si stringe il cerchio intorno a Bitcoin e crypto nel contesto delle sanzioni
In una fase internazionale caratterizzata dal tentativo di controllo dei capitali e del movimento degli stessi, Bitcoin e crypto sono ricorrentemente sul banco degli imputati, in quanto almeno in certi contesti potrebbero favorire l’entrate e l’uscita di capitali da certi paesi.
Ne abbiamo parlato nell’ultima esclusiva sul nostro Magazine – nel quale abbiamo raccolto testimonianze da Istanbul su traffici di denaro in uscita dalla Russia (e in violazione di certe limitazioni imposte da Mosca) e in entrata in Turchia, dove Bitcoin e Tether hanno svolto il ruolo di cavallo di ritorno per chi aveva inviato denaro a Istanbul.
Un’indagine esclusiva che però svela anche come gli exchange siano ormai ritenuti poco sicuri per certe operazioni – con certi canali che ormai li aggirano completamente ritenendoli il vero anello debole dell’intero apparato crypto.
Una storia sulla quale torneremo, perché all’intreccio tra politica (che spesso ingigantisce il ruolo delle crypto), criptovalute e futuro del mondo finanziario. Una storia avvincente, come solo certi romanzi riescono ad essere.