Circola online la notizia, vera, dell’ottenimento da parte di Twitter di una licenza in Rhode Island per il trasferimento di currency, licenza che riguarda anche il campo largo delle criptovalute e di Bitcoin. Dato che la notizia sta facendo il giro del web e di un certo Twitter, quello di chi riporta notizie bullish che non lo sono per qualche click, sarà forse il caso di spiegare cosa sta succedendo.
Twitter si appresta a introdurre le criptovalute? Forse sì, forse no. Tale licenza sarà necessaria per qualunque tipo di spostamento di denaro e non soltanto per Bitcoin e crypto. Ed è da qui che si deve partire per capire cosa sta succedendo dalle parti di X.
Il social network recentemente acquistato da Elon Musk si sta preparando a grandi cambiamenti. Se questi coinvolgeranno anche Bitcoin e crypto rimane però ancora da dimostrare.
In realtà si tratta di una delle tante licenze che Twitter/X ha già portato a casa in diversi stati degli USA, così come impone la normativa. L’ultima in ordine temporale è stata ottenuta in Rhode Island ed è – così come definita dalle norme locali – una licenza come Currency Trasmitter. Tale licenza è necessaria non solo per i servizi legati a Bitcoin e cypto – wallet inclusi – ma anche valute classiche.
Sembrerebbe dunque, almeno per ora, parte del percorso necessario per trasformare Twitter in quella App unica in stile WeChat – e non di qualcosa di specifico sulle crypto e Bitcoin. Il contrario di quanto è stato riportato da diverse testate.
Quindi per ora – per quanto suggestiva sia l’ipotesi di un Twitter a trazione crypto, non ne sappiamo assolutamente nulla. E non ne sappiamo nulla neanche in termini di prossimi passi che potrebbero segnalare tale introduzione.
Complice un periodo piuttosto fiacco per il mondo crypto e Bitcoin, la stampa di settore è troppo di frequente invischiata in clickbait e nell’ingigantimento di notizie che non lo erano. Si dovrebbe scrivere a chiare lettere – come ci pregiamo di aver fatto – in cosa consiste questa ultima licenza, dalla quale sono esentate le banche ma non gli operatori alla Twitter.
Per ulteriori conferme sulle intenzioni di Elon Musk – che pur più volte è stato accostato alle criptovalute – ci sarà dunque da aspettare. E da valutare anche se voglia o meno inserirsi in un autentico incubo regolamentare almeno negli USA.
Forse è più facile accontentarsi, se così possiamo dire, di trasferimenti in dollari e magari in altre valute fiat. Con buona pace di chi sogna un social a trazione Bitcoin e… probabilmente Dogecoin.
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