La narrativa degli ultimi mesi si è concentrata sugli sviluppi che arrivano dal Lontano Oriente e dal sud-est Asiatico, con Hong Kong che ha giocato – anche nella realtà – un ruolo prominente. L’altra parte della narrativa orientale si è concentrata però su Singapore dove dopo un’elezione con percentuali bulgare hanno finalmente un nuovo presidente. E in passato non si è espresso con toni granché concilianti verso il mondo crypto.
Si tratta di Tharman Shanmugaratnam, che è già stato Ministro delle Finanze di Singapore nonché a capo della locale Banca Centrale – e che in passato non ha mancato di sottolineare il suo scarso apprezzamento per il mondo crypto.
Il ruolo – che in larga parte simbolico – per qualcuno però potrebbe costituire una battuta d’arresto per il cammino delle criptovalute a Singapore, che pur è un luogo d’elezione per diverse società del mondo crypto. E dove il locale fondo sovrano, Temasek, è tra quelli che si sono scottati bruciando milioni nel caso FTX.
Probabilmente no. O meglio, non sarà una così immediata. Quando però c’è un avvicendamento ai piani alti della politica, è sempre meglio discuterne prima che tali cambi potrebbero configurarsi. Con oltre il 70% è stato eletto presidente Tharman Shanmugaratnam, che in passato aveva definito Bitcoin e mondo crypto come pura speculazione e tendente alla pazzia.
Opinioni che in realtà abbiamo avuto modo di sentire anche da altri personaggi di vertice e che non sono una novità assoluta per le nostre orecchie, almeno stando a quanto la politica da ovest a est ripete ormai da tempo.
Tuttavia sarà strano per i nostri lettori leggere certe parole dal presidente di un paese, Singapore, che è sempre stato all’avanguardia del mondo crypto e dove diverse società e exchange hanno da tempo ottenuto licenza, favorite proprio dal regime di libertà economica del paese.
Il neo-Presidente di Singapore non si metterà però di traverso. Ne ha avuto occasione in passato e già nel 2018 si era detto più che fiducioso sulla capacità del sistema finanziario di Singapore di rimanere immune alle acque che il mondo crypto avrebbe potuto agitare. E anche più di recente, al WEF, ha detto che non servirebbero leggi stringenti, ma semplicemente avvisi per la popolazione riguardanti i grandi rischi coinvolti.
Dunque, per quanto non appassionato di crypto, il neo-presidente di Singapore difficilmente invertirà il trend di un paese che dell’apertura alle novità, anche finanziarie, ha fatto la sua cifra distintiva.
Le frasi del presidente di Singapore – pronunciate in realtà in passato – stanno già facendo il giro del web – e qualcuno con ogni probabilità ci ricamerà per descrivere una situazione non esattamente rosea.
In realtà non vi è nulla di cui essere preoccupati, almeno per ora. Anche perché il presidente non ha comunque potere di intervento diretto in queste vicende. E perché in passato ha dato ampia riprova di saper lasciare quantomeno in pace il settore crypto e BTC.
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