A parlare non è certamente qualcuno che non ha interessi nel mondo Bitcoin e crypto. Ma l’opinione, per quanto potenzialmente interessata, è di quelle che meritano attenzione. È ARK Invest, tramite Brett Winton, ad analizzare la situazione di Bitcoin negli Stati Uniti e a sottolineare come in realtà le recenti politiche degli USA siano dannose non per $BTC e crypto, ma per il paese e il suo futuro.
Un crack down, così viene chiamato in gergo in inglese, che ha già prodotto effetti importanti e che continuerà a produrne, a meno di non vedere una decisa inversione di tendenza per un mercato che, negli USA, aveva trovato una delle sue importanti culle.
Continuano così a montare le pressioni su SEC e su una certa politica che sostiene le operazioni – per molti illegali – dell’agenzia guidata da Gary Gensler. Pressioni che potrebbero sfociare, sempre secondo gli analisti più à la page, nell’approvazione del tanto atteso ETF Bitcoin Spot.
Una politica miope, almeno secondo ARK Invest, che finirà per ripercuotersi in modo negativo su chi la sta implementando. Il motivo del contendere sono di nuovo le stance fortemente negative delle agenzie governative degli Stati Uniti contro Bitcoin e crypto. Posizioni che si sono trasformate in azione – a partire dall’attacco a Binance e Coinbase e alla negazione plurima di ETF basati su Bitcoin.
Questa è la posizione di Brett Winton, che parla a nome di ARK Invest, società di gestione di capitali che investe da tempo nel settore e che è tra le prime promotrici di un atteggiamento più morbido verso le criptovalute e $BTC.
Provare ad uccidere Bitcoin perché minaccia la dominance del Dollaro USA è come provare a distruggere le tecnologie per le traduzioni perché mettono in pericolo la dominance della lingua inglese. Ad ogni modo, entrambe le tecnologie hanno effetti sinergici, e quando sono adattate in modo più tranquillo, possono favorire l’impatto l’un l’altra.
Un paragone che darà da pensare, perché effettivamente la difesa sperticata del dollaro USA contro qualcosa che minaccia non è – e che se lo fosse potrebbe comunque farlo aggirando certe posizioni, è qualcosa che non quadra – e che non avrà gli effetti sperati.
Il tema degli ETF Bitcoin Spot continua ad essere uno dei più caldi per il mondo crypto. C’è chi ritiene che saranno impulso per la prossima Bull Run, e c’è anche chi ritiene che ormai l’approvazione di SEC sia inevitabile.
Sul tavolo, almeno secondo Eric Balchunas di Bloomberg, 20 miliardi di dollari soltanto per il primo anno. Una somma che eserciterebbe una pressione rialzista importante su Bitcoin e poi di conseguenza su tutto il mercato crypto.
Il prossimo appuntamento è per ottobre – anche se SEC e Gary Gensler potranno opporre un altro rinvio. Che la questione Grayscale renda il tutto meno praticabile non è, per il momento, affatto scontato. Staremo a vedere.
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